2 mila bottiglie di bollicine «risorgono» dal lago
Non solo la Valsugana può produrre un ottimo spumante. Ma può anche farlo «maturare» sott’acqua, nelle profondità dei suoi laghi
Non solo la Valsugana può produrre un ottimo spumante. Ma può anche farlo «maturare» sott’acqua, nelle profondità dei suoi laghi. È il risultato di un curioso esperimento: dopo aver riposato per ben 18 mesi nelle acque del lago di Levico, ieri mattina sono state portate a riva le duemila bottiglie di Chardonnay prodotte dai giovani fratelli di Levico Andrea e Giorgio Romanese, rispettivamente di 37 e 30 anni.
Come loro ci hanno testimoniato, si tratta del primo esperimento in assoluto in Trentino e quasi anche in Italia. I due fratelli coltivano circa un ettaro di vigneto all’interno della loro proprietà di 5 ettari in località Guizza. Producono annualmente sui 450 quintali di uva e vinificano intorno alle diecimila bottiglie di vino fra Muller Thurgau, Chardonnay e da quest’anno anche di Rebo. Si tratta quindi di un’azienda bene affermata e i fratelli Romanese hanno ereditato la passione del vino dai loro antenati ad iniziare dal bisnonno che già, come ci ha precisato Andrea, coltivava un bel vigneto. L’entusiasmo per questa coltivazione è passato poi ai figli, ai nipoti ed ora anche ai pronipoti.
Il vino adatto allo spumante è lo Chardonnay e le bottiglie messe nel lago contengono l’annata 2012. Sono state immesse in dicembre 2013 ad una profondità dai 15 ai 20 metri, dove è costante una temperatura dagli 8 ai 12 gradi. Quella condizione termica e l’assenza di luce, spiegano, sono gli ingredienti ideali per la maturazione e la conservazione dello spumante. La zona migliore è stata individuata nella parte nord del lago, lungo la «Strada dei Pescatori» a circa 300 metri dalla Taverna. Le quattro casse contenenti 504 bottiglie ciascuna erano state calate nelle acque con una apposita gru, e con un’altra gru dal braccio lungo alcune decine di metri, sono state portate a riva e l’aggancio sott’acqua è stato eseguito da due sommozzatori della Braido Sub di Pergine. Per i fratelli Romanese si tratta della prima esperienza; un analogo procedimento viene praticato solamente in una cantina della Liguria. Ieri le bottiglie sono state portate nella cantina dei Romanese a Levico, dove, sotto il controllo dell’enologo, verranno ruotate lentamente fino a quando il collo sarà totalmente rivolto verso il basso. Saranno immesse sul mercato a partire da novembre. Soddisfatti i fratelli fratelli Romanese: «Una dimostrazione che la Valsugana ha le carte in regola per produrre spumante di qualità».