Vigolo Vattaro: veleno nella pescicoltura Disastro ambientale e danni per 500 mila euro
Doveva essere una tranquilla domenica di pesca per Marco Faes, presidente dei pescatori di Trento ed invece si è trasformata in una amarissima domenica. Non solo per lui ma per tutti i pescatori. Il lavoro di due anni andato in fumo. Un danno economico che si aggira sul mezzo milione di euro ma soprattutto, un disastro scientifico e ambientale che avrà ripercussioni nei prossimi anni.
Tutto è successo ieri pomeriggio verso le 16 quando il presidente Faes è stato allertato da una chiamata dalla famiglia Tamanini: nell'impianto ittico tra Valsorda e Vigolo Vattaro realizzato e gestito dall'Associazione pescatori di Trento, le centinaia di preziose trote marmorate da riproduzione erano morte o boccheggianti. Avvelenate.
Secondo le prime indagini, il veleno avrebbe interessato l'acqua del rio circa 300 metri a monte della derivazione per l'impianto. Infatti, oltre i 300 metri non sono stati ritrovati pesci morti nel rio, cosa che invece è accaduta sotto quella distanza. Nei prossimi giorni si saprà qualcosa di più certo. Sembra escluso un gesto doloso anche se il fatto che sia accaduto di domenica pomeriggio quando l'impianto è meno «sorvegliato» fa sorgere qualche sospetto ma ovviamente dovranno essere gli esperti a dire l'ultima parola.
Rimane il fortissimo rammarico e anche la rabbia dell'Associazione pescatori. L'impianto era stato appena ultimato ed era pronto per essere inaugurato. Anni di lavoro e di passione gettati al vento per il gesto di qualche sconsiderato.