Levico, il commissario firma la variante "grandi alberghi" senza aspettare il voto
A Levico si torna a parlare del futuro di Vetriolo Terme e dell’accordo pubblico privato noto in città come «accordo Peghini», perché prende il nome dall’amministratore e fondatore della società di costruzioni Edilinvest Srl, con sede a Pergine, fondata nel 1990 dall’imprenditore edile e immobiliarista Francesco Peghini.
Ci sono infatti novità sull’accordo a cui si era accennato in commissione urbanistica un anno fa che prevedeva il parziale spostamento delle volumetrie degli ex alberghi Italia e Milano dalla località Vetriolo in una zona sull’ingresso di Levico, nelle vicinanze del lago, per la realizzazione di un’area commerciale.
E non si tratta della prima decisione della nuova amministrazione che dovrà aspettare il ballottaggio del 9 giugno per vedere la luce: la variante al Piano Regolatore Generale per l’adozione preliminare dell’accordo «grandi alberghi di Vetriolo» è stata approvata venerdì 24 alle 11.30 dal commissario straordinario Marino Simoni, che se il sindaco fosse stato eletto al primo turno, avrebbe dovuto lasciare la carica lunedì scorso. Un provvedimento che ha scosso non solo l’intera città, che si aspettava che la questione fosse lasciata alla prossima amministrazione, ma anche i candidati per il posto di primo cittadino di Levico Gianni Beretta e Tommaso Acler, che si scontreranno al ballottaggio: proprio sullo sviluppo di Levico, in montagna e in zona lago, entrambi avevano incentrato i loro programmi, superati dalla delibera fresca d’inchiostro.
«Questo provvedimento, preso mezz’ora prima della fine del mandato, rende inutili tutte le discussioni fatte finora: questa non è ordinaria amministrazione ma progettazione della Levico del futuro - commenta Beretta -. Parliamo per mesi di non realizzare altre aree commerciali, di crescita zero e di progettare il nostro territorio e poi arriva questo provvedimento inopportuno, su un argomento che si discute da anni, e stravolge l’assetto della città».
Giunto in commissione urbanistica nel gennaio 2018, dalla quale proprio Beretta si era dimesso «non ritenendo che ci fosse chiarezza in merito a questo argomento», l’accordo non aveva percorso tutto l’iter necessario per la sua approvazione e nessun parere era stato espresso, né da parte della commissione né da parte del consiglio. La fine anticipata dell’amministrazione Sartori aveva lasciato questa pratica nel cassetto.
«Al posto del commissario non avrei portato a termine questa delibera, che però era stata predisposta dall’amministrazione comunale precedente» dice Acler, imbarazzato nel commentare il provvedimento preso da Simoni, ex candidato alle provinciali per Progetto Trentino, nello stesso schieramento di centrodestra cui fa riferimento il candidato sindaco. «La nostra coalizione è contraria all’edificazione di nuove aree commerciali e abbiamo proposto per quella zona un’area verde e parcheggio di pertinenza del lago. Comprendo però Simoni, che si è trovato di fronte a un atto dovuto, già intrapreso dalla giunta precedente».
Più critico invece Beretta che mette in evidenza che «il commissario l’ha portato avanti da solo, senza concertarlo con nessuno, e lo ha deliberato; un progetto a cui io sono personalmente sempre stato contrario».
La delibera dovrà comunque attendere 60 giorni per le eventuali osservazioni, che a questo punto tutti si aspettano da entrambi gli schieramenti, e sarà probabilmente il primo degli argomenti a finire sotto la lente d’ingrandimento del nuovo consiglio comunale.