Salvini prosciolto a Catania all'accusa di sequestro di migranti sulla nave Gregoretti
Sull'operato dell'ex ministro decisione opposta rispetto al caso simile della nave Open Amrs che a Parlermo ha condotto al rinvio a giudizio. Il leader della Lega: "Questo giudice ha approfondito e si è preso sue responsabilità". Le parti civili chiedono l'impugnazione
PALERMO Caso Open Arms, Salvini rinviato a giudizio, processo in settembre
CATANIA. Sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste nei confronti di Matteo Salvini, che era imputato per sequestro di persona.
È la decisione del Gup di Catania, Nunzio Sarpietro, letta nell'aula bunker del carcere di Bicocca, a conclusione dell'udienza preliminare per il caso Gregoretti.
Al centro del procedimento nei confronti dell'allora ministro dell'Interno i ritardi nello sbarco, nel luglio del 2019, di 131 migranti dalla nave della Guardia costiera italiana nel porto di Augusta, nel Siracusano.
Una decisione di natura opposta a quella adottata dal Gup di Palermo che, per il caso Open Arms, lo ha rinviato a giudizio, fissando la data della prima udienza del processo per il 15 settembre. Destini 'opposti' delle inchieste, come le valutazioni delle Procure delle due città, entrambe condivise dai due Gup: a Palermo era stato chiesto il rinvio a giudizio, a Catania il non luogo a procedere.
Al centro delle udienze preliminari l'approdo di migranti soccorsi nel Mediterraneo. Con delle differenze nel tipo di imbarcazione e nei tempi trascorsi prima dello sbarco: la Open Arms appartiene a una Ong spagnola, ed è rimasta in mare con 147 migranti, per 19 giorni; la Gregoretti è una nave della Guardia costiera italiana rimasta alla fonda ad Augusta per quattro giorni.
Per il Gup Sarpietro non c'è stato alcun sequestro di persona, né abuso, condividendo la tesi della Procura e della difesa, rappresentata dall'avvocato Giulia Bongiorno. In aula il Pm Andrea Bonomo aveva ribadito che l'allora ministro dell'Interno "non ha violato alcuna convenzione nazionale e internazionale", le sue scelte sono state "condivise dal governo" e la sua posizione "non integra gli estremi del reato di sequestro di persona".
Una ricostruzione contestata dalle parti civili: AccoglieRete, Legambiente. Arci e una famiglia di migranti che era a bordo della Gregoretti.
"La Procura si è tirata indietro - commentano i legali - noi abbiamo supplito al loro ruolo. A nostra avviso è un vulnus per la certezza del diritto. Abbiamo il processo di Palermo motivato in maniera puntuale dalla Procura. A Catania era più facile la strada del rinvio a giudizio, vi erano molto più elementi, invece ci siamo fermati. Solleciteremo la Procura generale etnea a impugnare la sentenza".
"Oggi una bella giornata non solo per me ma per tutti gli italiani che vogliono una migrazione sicura e controllata - è il commento di Salvini - sono tranquillo: se non esiste sequestro a Catania, non capisco perché debba esistere sequestro a Palermo.
Questo giudice ha approfondito, ha studiato, ha lavorato, e si è preso sue responsabilità.
Altri scelgono vie più comode. Io rifarei la stessa cosa. Dedico questa sentenza ai miei figli, agli italiani e agli stranieri perbene, e in particolare alle donne e agli uomini delle forze dell'ordine che ogni giorno combattono per rendere più sicuro il nostro Paese. E spesso lo fanno a mani nude".
E attacca la "sinistra più retrograda del Continente europeo che - sostiene - usa la magistratura per vincere le elezioni dove non riesce a vincerle in cabina".
"Spero che la sentenza sia utile agli amici del Pd e del M5s, le battaglie si vincono o in Parlamento o nelle campagne elettorale", aggiunge, sottolineando "il silenzio assoluto dalle parti del Pd" e che "almeno sulle minacce che ho ricevuto mi aspettavo che Enrico Letta dicesse qualcosa".
Il presidente della Commissione giustizia, Mario Perantoni, del M5s osserva che "la giustizia ha fatto il proprio corso" e per il suo collega di Movimento, il senatore Gabriele Lanzi, accusa "Salvini e la Lega di non avere perso anche oggi l'occasione di strumentalizzare i processi e di accusare la magistratura".
Al leader della Lega è arrivata la "telefonata cordiale di Silvio Berlusconi", ma anche quelle di Giorgia Meloni ("sono felice per Matteo Salvini e a lui va ancora una volta la vicinanza di Fratelli d'Italia"), Antonio Tajani ("Bene decisione Gup, agì in conseguenza di scelte politiche insindacabili), sindaci e governatori.
E anche il messaggio della parlamentare di Fi Michaela Biancofiore che auspica "Draghi restituisca a Salvini la guida del ministero dell'Interno visto che la giustizia ha confermato che ha agito sempre per la salvaguardia dei confini del Paese e nell'interesse degli italiani".