Politica / Il tema

Bufera sul decreto "anti-rave", le opposizioni: potrebbe colpire ogni dissenso. Il governo: nessun intervento su altri contesti

Per il Pd la modifica del Codice penale "mette in discussione la libertà dei cittadini di manifestare". Allarme anche per un possibile uso contro le occupazioni studentesche o le iniziative degli operai nelle fabbriche. Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi: l'unico obiettivo è dissuadere l'organizzazione dei rave party

ROMA. Continua lo scontro governo-opposizione sul decreto anti-rave. La modifica dell'articolo 434 del Codice penale "mette in discussione la libertà dei cittadini di manifestare", dice Enrico Letta che chiede di ritirarla.

Per il Viminale la norma riguarda solo la nuova fattispecie di reato e "non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione".

Anche dal mondo studentesco e sindacale si sono levate voci di allarme e condanna: si teme, da un lato, che il decreto possa essere utilizzato anche per reprimere le proteste e le occupazioni nelle università; dall'altro, che sia applicato nel caso di mobilitazioni operaie nelle fabbriche.

Critiche anche da diversi giuristi.

Mentre molto duro l'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, avvocato, che risponde in un'intervista a Repubblica: "È una norma lunare: per come è scritta può riguardare qualsiasi contestazione e non credo crei più sicurezza e dissuada dai rave party. L'unico obiettivo di dare un segnale politico all'elettorato di destra. Si usa lo strumento del decreto malgrado non vi sia necessità e urgenza, come previsto dalla Costituzione. Tutte le commissioni ministeriali di riforma del codice penale, coi governi di centrosinistra e di centrodestra, si sono espresse per una ampia depenalizzazione e per sanzioni diverse dal carcere, che deve essere l'estrema ratio. Questo provvedimento va in direzione opposta".

A Modena scattano le denunce per 14 organizzatori del rave

Sono 13 italiani e un olandese

Inoltre, aggiunge, "è una norma controproducente. Lo prova quanto accaduto a Modena, dove non ci sono stati episodi di violenza nel rave party, e grazie al dialogo e al confronto tra le migliaia di ragazzi, le forze dell'ordine e il sindaco, dopo due giorni di musica, i giovani hanno lasciato il capannone in ordine e pulito. Se si vogliono contrastare comportamenti come il raduno di giovani, dove vi possa anche essere uso o abuso di sostanze stupefacenti, non è con il carcere", conclude Pisapia.

Ma il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, intervistato dal Corriere della Sera, respinge ogni accusa: "Credo sia interesse di tutti contrastare i rave illegali. Trovo invece offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento".

Il ministro precisa così l'obiettivo della norma sui rave party: "Allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei anche ai fini di dissuadere l'organizzazione di tali eventi che mettono in pericolo soprattutto gli stessi partecipanti - ricordo che a Modena si ballava in un capannone pericolante e si rischiava una strage - e finiscono per tenere in scacco intere zone, pregiudicando attività commerciali e viabilità.

"In ogni caso - aggiunge Piantedosi - la conversione dei decreti si fa in Parlamento, non sui social. In quella sede ogni proposta sarà esaminata dal governo".

Quando gli si fa notare che la manifestazione fascista di Predappio non è stata fermata, replica che "si tratta di una manifestazione, una pagliacciata, che deploro nella maniera più assoluta. Si svolge da anni, senza incidenti e sotto il controllo delle forze di polizia" e "posso assicurare" che "segnaleranno all'autorità giudiziaria tutti gli eventuali comportamenti in violazione delle disposizioni vigenti".

Quanto alla Sapienza "le forze di polizia sono intervenute per evitare il contatto rischioso tra gli organizzatori del convegno e i manifestanti". Mentre intervenire allo stadio di Milano, quando gli ultras hanno sgomberato la curva, avrebbe potuto creare pericolo. Piantedosi risponde poi sulle ong e l'immigrazione: "Abbiamo agito sin da subito per dare un segnale immediato agli Stati di bandiera: non possiamo farci carico dei migranti raccolti in mare da navi straniere che operano sistematicamente senza alcun preventivo coordinamento delle autorità. Al momento questi eventi rappresentano il 16% delle persone sbarcate in Italia", conclude Piantedosi.

Luigi de Magistris (Unione Popolare) attacca il governo: "È grave che al primo Consiglio dei ministri, il ministro dell'Interno e la presidente Meloni abbiano portato e fatto approvare un decreto legge, incostituzionale già nella forma perché non possiede i requisiti di necessità e di urgenza, che rappresenta un attentato alle libertà democratiche di uno Stato di diritto.

Una volta si chiamavano il Popolo delle Libertà, oggi sono i partiti che vogliono arrestare e far manganellare i dissenzienti. La pena da 3 a 6 anni, arresti, intercettazioni e misure di prevenzione come quelle per i mafiosi, rappresentano l'apoteosi della criminalizzazione del dissenso e la confessione che l'ordine costituito teme il conflitto sociale che, quando non violento, è il sale della democrazia. Questo decreto, che utilizza il rave party come pretesto, può essere utilizzato tanto per gli studenti della Sapienza di Roma che manifestano, come per i cittadini che contestano un sindaco o un governo. Questo decreto legge è la carta d'identità di un governo autoritario, liberticida, oppressore ed insofferente per le libertà civili", rincara de Magistris.

 

comments powered by Disqus