Tartaglia, il Duomoe la forza deisimboli

di Paolo Ghezzi - NO

Stupefacente, la realtà.
Mirabolante,la realtà.
Traboccante di simboli, la realtà.
Chi mai avrebbecomprato, quindici giorni fa, la sceneggiatura di un ipotetico filmin cui un inventore psicolabile, in piazza Duomo a Milano, dopo uncomizio, scaglia una miniatura del Duomo contro il Cavaliere diArcore, emblema della Milano da bere e da votare? Qualsiasiproduttore cinematografico avrebbe commentato: quale emeritaminchiata, che pacchiana fantasia partorita da una forma patologicadi antiberlusconismo infantile e bilioso!
E invece.
Stupefacente,la realtà.
Mirabolante, la realtà.

Traboccante di simboli, larealtà.
Massimo Tartaglia – nome favoloso, un Minimo uomoqualunque insignificante contro il Cavaliere Ottimo e Massimo, uncognome balbuziente contro il più eloquente Oratore arringapopoloche esista – ha usato un piccolo antico Duomo made in China viaLavis (Trentino moralmente corresponsabile dell'agguato?), un Duomodi Milano per colpire l'Uomo di Arcore.
Illuminante, lastupefacente realtà.
Lasciamo ad altri, molto più ferrati dinoi, le riflessioni a margine dell’evento, sul tema impropriamentedefinito “amore e odio” (categorie prepolitiche, più chepolitiche) dai fan del Cavaliere. Lasciamo al piduista Cicchitto (ah,l’infinito declino dei post-socialisti...) l’editto straripantedi odio contro gli odiatori, al giacobino Travaglio l’eserciziodella ghigliottina contro i ghigliottinatori, all’inciucistaD’Alema il rilancio dell’inciucio con il Grande Ferito.
Lasciandoa tutti loro - e ai tanti comprimari ciarlanti - le solite,inconcludenti discussioni su quanto uccidano le parole, e su quantoantagonismo sia sopportabile in politica, qui si vorrebbe soloconstatare la straordinaria eloquenza dei gesti e dei simboli.
Unarchetipo dell’edilizia – la secolare “fabbrica del Duomo”gotico di Mediolanum – scagliato contro il miliardario che èdiventato ricco con l'edilizia, prima di diventare straricco con latelevisione. Un simbolo della Religione scagliato in diretta tvcontro il Potere che – incurante della vera fede – usa la Croce apuntello del Governo (non è il primo imperatore a farlo) e fomentafrange estremiste di orrendi neopagani leghisti (come quelli vistiall'ultimo anno zero) a dirsi (a bestemmiarsi, sarebbe meglio dire)cattolici e a regalar crocifissi e presepi contro i perfidi infedeli,maomettani o giudei che siano (gli deve essere sfuggito, nella lorovasta cultura biblica, che Gesù era un ebreo).

E ancora, il mitico souvenir religiosoche colpisce il Miliardario ridens: e dove? Al ginocchio? Allapancia? No, nell'area di gestione del sorriso, come ha spiegato uncompìto chirurgo del religiosissimo San Raffaele (la premiataazienda di fede e fatturati di don Verzé). Capite? Il Genio dellapolitica (perché di un genio si tratta, lo riconoscano anche gliodiatori, quorum non ego) che ha costruito il suo trionfo sul sorrisoottimista di imprenditore prestato alla politica, scardinatore dellavecchia politica, colpito genialmente nella sua arma elettorale piùdevastante: la sua debordante, sorridente simpatia dilombardo-fatto-da sé (o quasi). Il Ridens, come l'abbiamo vistodietro il finestrino della macchina, poveretto, così incerottato,trasformato – absit iniuria verbis – in una specie di HannibalLecter con la mascherina facciale che si mette ai cannibali: lui, ilgrande Hopkins del “Silenzio degli innocenti” ci è venuto inmente, e abbiamo provato tenerezza per entrambi.

Stupefacente, la realtà.
Mirabolante,la realtà.

Traboccante di simboli, la realtà.

Buon Natale dunque al Cavalieremartirizzato ma risorto e purificato dal dolore, santo subito. BuonNatale al povero Tartaglia che si domanda chi gliel'ha fatto fare.Buon Natale a Cicchitto e a Travaglio, agli odiatori e agli amanti.Buon Natale ai lettori, sempre fin troppo affettuosi anche quando nelloro piccolo s'arrabbiano.

Regalo a tutti le prime parole di unadelle più meravigliose canzoni della meravigliosa Joni Mitchell:

“It's coming on Christmas
They'recutting down trees
They're putting up reindeer
And singingsongs of joy and peace
Oh I wish I had a river
I could skateaway on”.

Sì, adesso che viene Natale, etagliamo gli alberi e arrivano le renne e cantiamo inni di gioia e dipace, che bello sarebbe avere un fiume, per pattinare via.

Via da tutto questo.

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