Cosa si sono infilati?

di Luigi «Gigi» Zoppello - No

NEW YORK (ANSA) - Lampadine, occhiali da lettura, attrezzi da lavoro, giocattoli, vegetali vari e persino telefoni cellulari o iPod: tre medici americani hanno scritto un libro, corredato con tanto di radiografie, su 100 oggetti dei più disparati trovati "dove non dovrebbero essere", ovvero nel corpo umano, ingeriti per errore, o inseriti volontariamente, attraverso gli orifizi.
   Con il titolo "Stuck Up!: 100 Objects Inserted and Ingested in Places They Shouldn't Be", il libro potrebbe apparentemente sembrare una lettura divertente, c'è anche chi la raccomanda
come strenna natalizia, ma in realtà in tre dottori prendono il fenomeno piuttosto seriamente.
   E avvertono che a volte situazioni del genere, se affrontate con ritardo, possono avere conseguenze anche gravi per i pazienti, come infezioni allo stomaco, al colon o  retto.  Gran parte dei pazienti con problemi di questo tipo si presentano al pronto soccorso ovviamente con grande imbarazzo, raccontando le scuse più fantasiose.
   La più comune è la "caduta". Storie come: "Stavo passando l'aspirapolvere nudo e sono inciampato...". A volte invece sono sconcertanti. Come quella raccontata dalla dottoressa Melissa Burton, che, chiamata a intervenire, ha dato un'occhiata al sintomo lamentato dalla paziente sulla scheda: "Occhio nella vagina". Si trattava della protesi oculare di una giovane donna che si è trovata di fronte alla prospettiva di una lite con i vicini mentre era fuori di casa in pigiama. "È un'oggetto piuttosto costoso e difficile da sostituire", ha spiegato la dottoressa, "e per questo è finito lì, assieme alla sua patente di guida".
   Il dottor Gary Vilke, dell'università di San Diego, in California, ha raccontato invece di aver visto un paziente che aveva nel retto quattro teste di bambola Barbie. "Guardando la radiografia, sembrava che ti guardassero. Una sull'altra, come un totem". E ancora c'è chi ha raccontato di aver trovato un bambolotto Buzz Lightyear, il personaggio principale del cartone
animato "Toy Story", il cui motto è peraltro "verso l'infinito, e oltre!".
   Ma al di là del "folklore", i medici con il loro libro esortano chi dovesse trovarsi in situazioni di questo tipo a non perdere tempo, a correre dai medici dell'Er, il pronto soccorso.
   In fondo, dice il dottore Vilke, "gran parte delle presone che vediamo sono persone normali, che lavorano e che cercavano di fare qualche cosa di diverso che poi è andato storto. È incredibile cosa la gente possa fare quando si sente sola o annoiata".
 

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