Finalmente ho scoperto a cosa serve

Notizie dal mondo della medicina che mi fanno sorridere e un po' anche ridere.

di Luigi «Gigi» Zoppello - No

Dovevo proprio arrivare alla vigilia dei 53 anni per sapere a cosa serve l'appendice. Io - peraltro - non ce l'ho più, visto che negli anni Sessanta quando ero bambino sono stato operato, come tantissimi altri. Perché una volta era così: di fronte al pericolo di una peritonite mortale, zac!

Ieri però mi sono letto la notizia e mi è spuntato un sorriso: "Altro che organo inutile relitto
dell'evoluzione, l'appendice potrebbe essere una riserva di batteri "buonI" pronti a rimpiazzare quelli normalmente presenti nell'intestino". Me l'ha spiegato uno studio pubblicato dalla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology (belle letture che fai, mi direte...), secondo cui nei pazienti che ne hanno subito l'asportazione aumenta il rischio di una nuova infezione causata da un batterio noto come Clostridium difficile.
Dunbque: lo studio del Winthrop-University Hospital, nello stato di New York, ha analizzato i dati di 254 pazienti che erano già stati colpiti da questo batterio, verificando che quelli che non hanno l'appendice sono quattro volte più a rischio di una nuova infezione. "Questo batterio - spiega James Grendell, l'autore dello studio  - appare quando la fauna batterica è  compromessa, ad esempio dopo un ciclo di antibiotici. Se l'infezione ritorna probabilmente la riserva non è stata ripristinata correttamente, forse proprio perchè non è presente
l'appendice".
Il mio sorriso si è allargato ancor di più quando ho scoperto che "I primi a formulare la teoria dell'appendice come riserva di batteri sono stati i ricercatori della Duke university in un
articolo apparso sul Journal of Theoretical Biology".

E adesso sentite la motivazione: "il fatto che quest'organo sia rimasto intatto per milioni
di anni e attraverso diverse specie animali implica che abbia qualche funzione".

Evviva. Il mio sorriso è straripante. Evviva l'appendice (anche di chi non ce l'ha più).
 

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