Baby Life: fuoco e fiamme

di Andrea Tomasi

Fuoco e fiamme. Piromania dilagante nella Lega Nord Trentino. Dopo la protesta in piazza contro la tassa sulla prima casa, con tanto di cedole Imu mandate in fumo, ora tocca ai diplomi di laurea. La proposta-provocazione è di Claudio Civettini.

 

Il consigliere provinciale ha recentemente presentato un'interrogazione alla presidenza della giunta provinciale per chiedere lumi sul mancato riconoscimento dei titoli di studio universitari delle aspiranti educatrici di asilo nido.

 

E adesso propone: «In ogni caso, se non parificano le lauree al Baby Life, facciamo delle fotocopie e le andiamo a bruciare con correttezza e rispetto, davanti all'assessorato». Dichiarazioni fatte via Facebook, che non possono sfuggire ai cronisti, eternamente connessi alla rete.

 

La questione è intricata, ma la sostanza è questa: la Provincia, finora, non ha riconosciuto il valore delle lauree delle neodottoresse (si parla di educatrici professionali con diploma universitario triennale, di laureate in scienze dell'educazione, scienze della formazione primaria e psicologia) ai fini dell'abilitazione professionale. Unica via - si è detto finora in Provincia - per diventare «maestre di nido» è frequentare il corso Baby Life (gestito dall'Irsrs - Istituto regionale di studi e ricerca sociale).

 

Per le nuove laureate si tratta di un «imbuto» inaccettabile, attraverso il quale si rifiutano di passare, anche perché la frequenza del corso Baby Life (mille ore) sarebbe incompatibile con i tempi di lavoro. E tutto rischia di trasformarsi in una guerra fra educatrici: da una parte le «maestre storiche» (o comunque quelle che, con diploma + Baby Life vengono abilitate) e dall'altra le «nuove arrivate».

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