Tutti gli uomini del presidente

Chi sono gli uomini del presidente? Come si chiamano i "fantastici cinque", i professori su cui punta il Governatore e, con lui, il Magnifico?

di Andrea Tomasi

 

Chi sono gli uomini del presidente? Come si chiamano i "fantastici cinque", i professori su cui punta il Governatore e, con lui, il Magnifico? Nell'università trentina, fresca di riforma in chiave provinciale, sono stati presentati gli atti di indirizzo della ricerca, cioè la strategia, gli obiettivi di innovazione e di consolidamento della ricerca e dell'alta formazione. Si tratta di uno strumento con cui si "premiano" determinati settori. E i "premiati" si chiamano Alessandro Quattrone (direttore del Centro per la biologia integrata), Alfonso Caramazza (direttore del Centro Mente-Cervello), Marco Tubino (preside di ingegneria, dove si studieranno le nuove energie), Stefano Vitale (l'ex prorettore impegnato nella ricerca aerospaziale) e Corrado Priami (a capo del Centro Cosbi, meglio noto come Centro Microsoft).
 
Il documento è stato presentato nei giorni scorsi al senato accademico e alla commissione per la ricerca scientifica. Poi la parola passerà da via Belenzani, sede dell'ufficio del rettore Davide Bassi, a Piazza Dante, sede dell'ufficio del presidente Lorenzo Dellai.
 
Ma di che cifre stiamo parlando? Per il Cibio di Quattrone (2012-2016) ci sarà un finanziamento complessivo di 16 milioni e 660 mila euro. Per il Cimec di Caramazza ci saranno 6 milioni e 751 mila euro (2012-2017). Nel triennio 2012-2014 per la neonata "ingegneria energetica", sotto la responsabilità di Tubino, saranno stanziati 1 milione e 467 mila euro. Nel periodo 2012-2014, per il centro di bioinformatica (Cosbi) diretto da Priami, ci saranno 3 milioni e 800 mila euro. Per il polo di ricerca fisica nello spazio e delle tecnologie associate, quindi per Vitale, nel programma di sviluppo si prevedono 390 mila euro su tre anni (2012-2014). Uno stanziamento, questo, che segue gli investimenti dello scorso anno: nel 2011 la giunta provinciale deliberò di approvare lo schema di accordo di programma-quadro tra la Provincia, l'Università di Trento e l'Agenzia spaziale italiana (Asi); venne così disposta l'erogazione del finanziamento provinciale: 2 milioni e 210 mila euro (il costo totale era di 3 milioni e 335 mila euro).  
 
Il fondo premiale (si fa riferimento alla quota premiale dell'accordo di programma) non premia il polo delle scienze umane, cioè le facoltà della città (Giurisprudenza, Economia, Sociologia e Lettere). La cosiddetta "valle" (contro la collina dove cè il polo scientifico) quindi resta a secco. E c'è chi, maliziosamente, fa notare che la collina silenziosa e amica del rettore, docente di fisica e coautore della provincializzazione, è sugli altari, mentre la città, ribelle, è nella polvere. Polvere di lusso, se pensiamo alla ricchezza del patrimonio immobiliare, ma pur sempre polvere, visto che non si parla di mattoni, ma di soldi per la ricerca. Da una parte si dice che, di questi tempi, è su certe discipline (quelle scientifiche) che si deve puntare. Dall'altra si parla di "testamento con castigo" del rettore, giunto quasi a fine mandato, dopo mesi di "braccio di ferro" con la valle.

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