Ricerca, lo SPOTtone americano

di Andrea Tomasi

Neanche un ufficio stampa iperattivo avrebbe potuto fare di meglio. The Chronicle of Higher Education - giornale americano con sede a Washington D.C., che si occupa di mondo accademico -  ha dedicato un ampio servizio al sistema trentino della ricerca: un super-spot, uno SPOTtone, idealmente indirizzato ai "ricercatori stranieri in cerca d'autore". E, visto che da pochi giorni si è insediato il nuovo consiglio d'amministarzione dell'Università provincializzata, un chiaro messaggio a chi aveva fatto emergere più di un dubbio sull'ardita operazione di riforma, che con sé - si disse e si ribadì - porta il rischio di un pesante controllo politico.

Tutti intenti nella lettura dell'articolo, firmato dalla giornalista canadese Megan Williams, un nome che non c'entra nulla né con la Renault né con la Formula Uno. Williams ha messo in pista i numeri (e i nomi) che raccontano la Sylicon Valley Italiana, con dettagli su Fondazione Mach (ampio spazio al dirigente del centro di ricerca Roberto Viola), Fbk, Trento Rise e ateneo.
 
Bassi realista
Il rettore Davide Bassi - si legge - non ha molte speranze che l'esempio trentino possa essere seguito dalle altre regioni d'Italia, almeno fino a quando le istituzioni dell'alta formazione non otterranno una maggiore autonomia dal governo centrale: "Rappresentiamo meno dell'1% del sistema universitario del Paese. Così, se falliremo nessuno si interesserà. Se avremo successo, saremo comunque troppo piccoli per incidere a livello nazionale. Ma almeno potremo essere un esempio di buona esperienza ".
 
Dellai nazionale
"Senza un investimento in ricerca, la nostra area non potrebbe essere competitiva" dice il presidente della Provincia Lorenzo Dellai. "Siamo piccoli, una regione montagnosa, con mezzo milione di abitanti, quindi abbiamo avuto bisogno di puntare sull'innovazione"  - prosegue Mister Dellai, come scrive la giornalista del Chronichle, che in Trentino è rimasta per una settimana -. Una decisione, questa, presa 50 anni fa, quando il Trentino era povero come la Calabria in Sud Italia.
 
Giunchiglia, nel bel mezzo del niente
Interpellato anche Fausto Giunchiglia, al vertice del consorzio Trento Rise, che nel 1988 lasciò Stanford per venire a Trento: "Costruire un istituto di ricerca di successo richiede tempo, molti soldistorie di successo". E ancora: "Direi che, per molto tempo, ci siamo trovati nel bel mezzo del niente. Oggi possiamo dire che siamo nella top six della ricerca in Ict".  
 

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