Sogni russi e gelo siberiano
Voglia di russo fra i trentini. Lo conferma Ennio Bordato - presidente di «Aiutateci a Salvare i Bambini Onlus» e cittadino onorario della città di Beslan. Dopo l’articolo con i numeri sui corsi di lingua, promossi nei licei (Linguistico Trento, Liceo Ladino delle Lingue e La Rosa Bianca di Cavalese) e presso il Cial dell’Università, Bordato non risparmia le critiche.
Nel suo mirino c’è proprio l’offerta didattica dell’ateneo. «L’Università di Trento - scrive - ha rappresentato per anni un centro di eccellenza nello studio della lingua russa». E cita i nomi dei professori Marzaduri e Martini. Fa notare che dall’anno accademico 2010-2011 il russo non viene più insegnato, non nel corso di laurea triennale.
«L’unico corso di russo è inserito nel biennio magistrale come terza lingua, assieme al cinese per un corso di laurea in web turismo». Sottolinea che l’accademia trentina «ultimamente ha avuto contatti con atenei russi e col “potente” centro Russkij Mir (fondazione “governativa”), che si erano interessati, nel’ambito del festival russo di Trento, ad un possibile accordo internazionale. Ma non ne è scaturito nulla».
E ancora: «Mentre la giunta provinciale si spende per sostenere azioni di internazionalizzazione (unica strada certa per dare fiato alla nostra economia), l’Università chiude le porte. Insomma in Trentino si parla di Russia solo quando si ricordano i sacrifici degli Alpini. Per il resto è gelo siberiano».
Sull’argomento abbiamo interpellato il quasi ormai ex preside di Lettere, nonché candidato ufficiale al rettorato Maurizio Giangiulio. «Mauro Martini - dice - era professore associato. E dopo la sua scomparsa è stato sostituito dall’associata Adalgisa Mingati. Ci sono anche due lettrici madrelingua. È vero che non c’è più il russo nella laurea triennale. Abbiamo deciso di concentrarci sulla fascia alta della didattica. Ma le crtitiche mi sembrano ingenerose».
Intanto Bordato continua a sognare la svolta russo-trentina. Interessante notare che i russi distinguono il sogno ad occhi aperti da quello ad occhi chiusi.
mečtat’ (sognare, desiderare fantasticare) e videt’ vo sne (vedere in sogno, sognare).