Osteoporosi, la cura è la prevenzione
Osteoporosi, la cura è la prevenzione
La signora Teresa di Rovereto, avendo una madre «piena di osteoporosi», come dice lei, mi chiede che cosa possa fare per non fare la stessa fine della mamma. Vediamo allora di conoscere meglio questa malattia che spesso è molto invalidante. L’osteoporosi è una malattia che colpisce circa 5 milioni di italiani, con una netta prevalenza a carico del sesso femminile.
Essa si caratterizza per una perdita della massa ossea, che non è solo a carico della componente minerale (perdita di calcio), ma anche della componente strutturale. È una patologia che si accompagna spesso a forti dolori e la complicanza più frequente è l’aumentato rischio di fratture a causa della fragilità ossea. In Italia le fratture imputabili all’osteoporosi, le cui sedi più frequenti sono il femore, il polso e le vertebre, sono quasi 90.000 all’anno con conseguente ospedalizzazione, lunghi periodi di degenza e di recupero, perdita di autonomia ed in età avanzata, aumentato rischio di mortalità.
Come per tutte le malattie croniche piuttosto che curare è importante mettere in atto tutte le strategie per prevenire l’insorgenza dell’osteoporosi. La cosa vale particolarmente per le persone che abbiano una famigliarità per osteoporosi perché, anche per questa condizione, vi è un’indubbia predisposizione ereditaria.
Per prevenire l’osteoporosi dobbiamo incominciare a pensarci fin da giovani. Si è visto che fino ai 30-35 anni noi abbiamo la possibilità di «capitalizzare» la massa ossea. Appena nati la quantità di calcio nel corpo ammonta a 25 g circa e nel giovane adulto può superare il chilogrammo. Porremmo dire che le proteine danno la forma all’osso ed il calcio ne dà la robustezza. Il peso delle ossa del nostro corpo è pari al 20 % circa del peso totale: una donna di 60 kg ha uno scheletro che pesa 12 kg, e l’uomo di 75 kg ha un apparato scheletrico del peso di 15 kg.
Il «picco di massa ossea» definisce il massimo livello raggiunto in termini di peso e consistenza dell’osso. Pensate che l’aumento del picco di massa ossea del 5 % riduce il rischio di osteoporosi del 40 %! Dai 35-40 anni in poi noi incominciamo a perdere osso al ritmo di un 1-2 % all’anno.
Quello che contribuisce ad avere un buon picco di massa ossea sono, come abbiamo visto, la famigliarità, sulla quale non possiamo intervenire, ma sono altrettanto importanti la dieta, gli ormoni, l’attività fisica ed il peso corporeo. Incominciamo ad analizzare questi fattori partendo dalla dieta.
Le principali raccomandazioni dietetiche per il benessere dell’osso sono: mantenere un adeguato apporto di calcio e vitamina D e, per avere un ottimale metabolismo osseo, sono indispensabili altri nutrienti, quali, le proteine, i sali minerali quali: zinco, rame, magnesio, ferro e fluoro ed anche le vitamine A, C e K. La molteplicità di fattori in gioco spiega l’importanza di avere una dieta molto variata per aumentare la probabilità di assumerli tutti. Quello che fa male all’osso è il sale (cloruro di sodio) perché l’eccessiva assunzione di cibi salati favorisce l’eliminazione del calcio con le urine.
Sono comunque la vitamina D ed il calcio che sono veramente indispensabili per il benessere dell’osso. Quando stiamo al sole la nostra cute produce la vitamina D ed è per questo che si raccomanda di esporre viso e braccia, almeno 25’-30’ due, tre volte alla settimana, in qualsiasi stagione. Notoriamente, in passato, le persone più soggette a carenza di vitamina D erano le suore, proprio perché la loro esposizione al sole era costantemente carente.
Oggi, che possiamo dosare la vitamina D nel sangue, ci siamo accorti che molti di noi hanno livelli ematici di questa vitamina piuttosto bassi, tanto da richiedere periodiche integrazioni. La vitamina D è importante non solo per le ossa, ma anche perché partecipa a numerose altre attività tra le quali, importantissima, la modulazione del nostro sistema immunitario.
E veniamo al calcio. Come per qualsiasi altro nutriente, la capacità di assorbimento del calcio, da parte del nostro organismo, varia molto. Anche per il calcio, come per il ferro, vale la regola generale che quanto più il nostro corpo ne ha bisogno, tanto più ne assorbe, mentre quando le riserve sono abbondanti, l’assorbimento si riduce.
Fino ai 20 anni l’organismo assorbe circa il 75% del calcio assunto con gli alimenti, per consentire alle ossa di crescere e di calcificarsi bene. Nell’adulto l’assorbimento alimentare si riduce al 40% e nell’anziano al 20%. Il giovane ha bisogno di 1200 mg di calcio al giorno, l’adulto di 1000 mg e all’anziano si consiglia di assumere 1200 mg di calcio, proprio a causa della ridotta efficienza d’assorbimento.
In gravidanza ed in allattamento è importante aumentare la quota di calcio giornaliero di almeno 500 mg, perché è noto che in questi periodi le riserve di calcio della mamma si impoveriscono a beneficio del nascituro.
Il latte è particolarmente ricco di calcio proprio per consentire al neonato di irrobustire le ossa ed iniziare a fare delle riserve. È per questa ragione che si è sempre consigliato anche agli adulti di assumere il latte ed i suoi derivati regolarmente, per prevenire e curare l’osteoporosi. Ma qual è il ruolo dei derivati del latte nella prevenzione e nella terapia dell’osteoporosi?
È indubbiamente vero che i derivati del latte sono gli alimenti più ricchi di calcio: 100 g di formaggio stagionato contengono 1.200 mg di calcio, i formaggi freschi arrivano a 500 mg, ed il latte a 120 mg, ma è altrettanto vero che il calcio noi lo possiamo trovare anche nella frutta secca, come noci, mandorle e nocciole, nei legumi, negli ortaggi in genere, e spesso ci dimentichiamo che anche l’acqua contiene calcio, e ci sono in commercio acque minerali che ne sono molto ricche. Un litro di acqua Ferrarelle, Lete o Sangemini, contiene tra i 300-400 mg di calcio, come 50-60 grammi di un formaggio a pasta molle! Il formaggio però, a differenza dell’acqua, a parità di contenuto di calcio, si porta appresso anche 15-20 grammi di grassi saturi, 200-250 calorie, e tanto sale. Le persone che abbiano problemi di sovrappeso, di colesterolo e di ipertensione è forse meglio che assumano un litro di queste acque che coprono quasi 1/3 del nostro fabbisogno giornaliero di calcio, piuttosto che il formaggio.
La prossima settimana affronterò il rapporto tra osteoporosi e i fattori ormonali, l’attività fisica e il peso corporeo.