La grande utilità dell'acido folico
Una delle vitamine che nel corso degli ultimi anni sta suscitando un rinnovato interesse è l’acido folico o folacina. In realtà, l’acido folico, detto anche vitamina B9 o vitamina M, raggruppa una serie di molecole abbastanza simili, per cui sarebbe più corretto parlare genericamente di «folati». L’acido folico prende il nome dal fatto che i vegetali a foglia larga sono particolarmente ricchi di quei precursori, ovvero di quelle sostanze, che poi verranno convertite nella molecola attiva.
Purtroppo, l’acido folico è una vitamina molto delicata, poiché la temperatura lo degrada rapidamente, ossia la cottura degli alimenti ne compromette grandemente la sua funzionalità. Ne deriva la necessità di consumare regolarmente cibi di origine vegetale crudi. Anche certi farmaci di uso comune, come gli anticoncezionali, possono danneggiare l’acido folico ed inficiarne la sua capacità di azione.
Gli alimenti più ricchi di acido folico sono i vegetali a foglia larga come la lattuga e gli spinaci, ma anche i broccoli, il fegato ed i cereali come i corn flakes o il muesli ne contengono buone quantità. Buona abitudine sarebbe quella di iniziare il pasto con verdure a foglia perché l’acido folico viene assorbito meglio a digiuno piuttosto che mescolato agli altri alimenti di un pasto. La vitamina C aumenta l’assorbimento di folati. L’arancia, contenendo sia vitamina C che discreti quantitativi di acido folico è un frutto decisamente consigliato.
Vista l’importanza di un apporto regolare di questa vitamina, da almeno vent’anni anni è in uso in parecchi stati, in particolare negli Usa, la fortificazione degli alimenti, ovvero l’aggiunta di acido folico alla farina, forse anche a causa di una scarsa propensione in questi stati al consumo di cibi di origine vegetale, il sempre più frequente uso di cibi conservati e il consumo della maggior parte degli alimenti solo dopo cottura.
L’acido folico è implicato nei processi di duplicazione cellulare e in tutte le reazioni di sintesi e riparazione del Dna. La sua presenza è fondamentale nel feto, nei bambini, negli adolescenti e in quelle cellule in cui i processi di duplicazione sono particolarmente rapidi, come i globuli rossi e globuli bianchi. Nell’adulto, una sua carenza può portare a un’anemia macrocitica, situazione in cui i globuli rossi tendono a ridursi di numero e ad aumentare il loro volume, condizione spesso riscontrabile anche negli alcolisti in quanto l’alcol depaupera le riserve di questa preziosa vitamina.
Negli ultimi anni l’acido folico ha raggiunto una particolare notorietà perché le donne in età fertile, prima di un’eventuale gravidanza e durante i primi tre mesi di gestazione, è indispensabile che assumano l’acido folico per prevenire, la spina bifida, una malformazione neonatale particolarmente grave ed altri danni neurologici al nascituro. L’acido folico, partecipando ai processi di duplicazione cellulare rapida, è fondamentale proprio nel primo trimestre di gravidanza, quando gli organi si stanno sviluppando.
Particolarmente sorprendenti sono stati i lavori di due ricercatori, Waterland e Jirtle, che nel 2003 studiarono in una specie di topoline portatrici di un gene difettoso (Agouti) che le portava a partorire topolini con il pelo di colore giallo, che ingrassavano rapidamente. Ebbene se nelle topoline in questione, veniva fatta una supplementazione di acido folico in gravidanza, queste partorivano topolini con il pelo marrone e magri. Successivi studi hanno confermato che l’acido folico, attraverso la metilazione (processo chimico), può «accendere o spegnere» certi geni del nostro Dna che possono cambiare il destino metabolico dei nascituri.
Secondo uno studio condotto da Rebecca Schmidt, epidemiologa del Neurodevelopmental Disorders dell’Università della California, l’integrazione di acido folico in donne esposte a pesticidi in corso di gravidanza ha dimezzato il rischio di sviluppare autismo nel nascituro.
Oggi l’acido folico trova un suo ampio utilizzo anche nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, qualora vi fossero valori particolarmente alti di omocisteina, una sostanza che al pari del colesterolo contribuisce ad «intasare» le nostre arterie. L’acido folico ne riduce il valore nel sangue trasformando l’omocisteina in metionina, un aminoacido normalmente metabolizzato dal nostro organismo.
Nel corso degli anni sono stati prodotti più di 20.000 lavori che hanno ribadito le capacità preventive e terapeutiche dell’acido folico, anche in associazione a terapie importanti, come quelle antitumorali o delle malattie reumatiche.
In conclusione, non ci resta che ribadire l’importanza di mantenere un regolare consumo di verdure a foglia larga crude, di provvedere ad una integrazione con largo anticipo nelle donne che hanno in programma una gravidanza, nei soggetti con valori di omocisteina elevati nel sangue e in concomitanza con terapie che degradano l’acido folico come vi saprà ben indicare il vostro medico.