I disturbi dell'alimentazione

di Michele Pizzinini

Il 2 giugno si celebra in tutto il mondo la “Giornata Mondiale dei Disturbi Alimentari”. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, questi disturbi, dopo gli incidenti stradali, rappresentano per i giovani tra i 12 e i 25 anni, la prima causa di morte.

In Italia sono oltre 1 milione le persone che ne soffrono, e sono soprattutto ragazze tra i 14 e i 20 anni, ma più recentemente si è osservata una diminuzione dell’età di esordio. Parlo al femminile perché il 95% sono ragazze. Per Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) si intende un’alterazione delle abitudini alimentari, solitamente causato da un’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme del proprio corpo. Per la persona che soffre di un disturbo dell’alimentazione la vita ruota attorno al cibo e alla paura di ingrassare. I due più noti disturbi sono l’anoressia nervosa, e la bulimia nervosa. Capire come e perché si sviluppino disturbi come questi è molto difficile, perché le cause sono molteplici e probabilmente diverse, almeno in parte, da persona a persona. È bene non fidarsi di chi sostiene di avere soluzioni semplici a problematiche così complesse. Indubbiamente la pressione sociale che si è determinata sulle donne negli ultimi 30-40 anni è stata un elemento predisponente l’esplosione di queste malattie.

La donna dei nostri tempi, è una donna che “deve” essere brava, avere successo, essere bella e “deve” assomigliare il più possibile a canoni ideali di bellezza dettati dalla moda e dal consumismo, che esaltano forme di magrezza esasperata che calzano ad appena il 2-3% delle donne. In sostanza il 97% delle donne si sentono a disagio con il loro corpo perché non coincidono con i parametri e le misure proposte dal mondo della moda e dai mass media. Una caratteristica quasi sempre presente in chi soffre di un disturbo alimentare è la distorsione dell’immagine corporea. In queste ragazze la percezione che hanno del loro corpo e del proprio aspetto influenza la loro vita in maniera totalizzante. Ma l’immagine corporea che cos’è? Ognuno di noi non sa com’è fatto e quando una persona si specchia tende a focalizzare l’attenzione solo sui difetti e sulle cose che non gli piacciono. Quando chiedo alle ragazze cosa piaccia del loro corpo, spesso fanno scena muta, ma se chiedessi loro di elencarmi ciò di cui non sono soddisfatte, non finirebbero più.

Nessuno di noi si piace e non riusciamo a giudicare il nostro corpo in modo obiettivo, a maggior ragione le ragazze che a 15-18 anni, avendo cambiato forma in seguito alle variazioni ormonali della pubertà, quando si specchiano, ai loro occhi compare una ragazza con i fianchi troppo larghi, le cosce troppo grosse e la pancia che non è piatta. In certe ragazze la dispercezione è talmente esasperata da diventare una malattia. Gli studiosi ritengono che per sviluppare un vero disturbo del comportamento alimentare ci debbano essere dei fattori predisponenti la malattia: genetici, psicologici o ambientali, che in seguito ad eventi scatenanti, quali un lutto, una separazione da persone care, un’aggressione, o anche in seguito ad eventi apparentemente non gravi come un fallimento scolastico, consentono l’esordio della malattia. Ma molte volte è soprattutto l’essere criticati o essere presi in giro per il proprio aspetto che fa precipitare la situazione. Spessissimo tutto inizia con una drastica riduzione dell’introito calorico per la decisione di voler perdere peso, affrontata con caparbietà e determinazione, che inizialmente riceve anche l’incoraggiamento di parenti ed amici.

Purtroppo alla restrizione calorica l’organismo reagisce riducendo il metabolismo e ottimizzando i consumi. Spesso chi perde peso non si accontenta poi dei risultati ottenuti e tenderebbe a pretendere sempre di più, ma il nostro corpo si comporta come un animale: un po’ di tempo tace e sopporta, ma ad un certo punto “accumula fame” e fa scattare una voglia di cibo incoercibile ed insaziabile. La perdita del controllo nell’assunzione del cibo ed il terrore di ingrassare alimentano questo circolo vizioso che diventa l’elemento permeante della vita di queste ragazze, che passano la giornata a pensare al cibo, la voglia di mangiarlo e il terrore di ingrassare.

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