Pensieri d’estate, ma senza tuffi

Pensieri d’estate, ma senza tuffi

di Eliana Agata Marchese

Le domande, a questo punto, riguardano i tuffi. I miei figli hanno capito che a scuola non si torna. Niente saluti ai compagni, nessun abbraccio dell’ultimo giorno. Ma hanno bisogno di un traguardo e sono già proiettati sull’estate. Estate uguale nuotare.

«Mamma - comincia Caterina - quando finisce la scuola mi piacerebbe festeggiare con una bella giornata in piscina». Eh, amore, di giornate non se ne parla. L’accesso ai lidi sarà regolato da turni. Se ci pensiamo in tempo, però, potremmo riuscire a prenotare qualche ora. Caterina mi guarda interdetta: «E se nel giorno che scegliamo il tempo è brutto?». Speriamo che non si metta a piovere dopo l’acquisto dei biglietti: bisognerà decidere in anticipo e non in base al sole. «Va bene - risponde lei poco convinta - ma almeno potrò tuffarmi tutte le volte che voglio…».

La interrompo di nuovo: che non ti venga in mente di buttarti in acqua solo perché hai caldo. Il traffico verso le vasche sarà regolamentato con un numero massimo di persone, effetto banco dei salumi al supermercato. E speriamo che l’immersione non ci faccia scappare la pipì: a quanto pare le chiavi dei bagni sono veicoli di contagio e andranno disinfettate regolarmente. Si annunciano gambe incrociate e file lunghe. Mia figlia rimane interdetta, ma poi torna alla carica: «Vorrà dire che ci consoleremo al mare, mamma, giocando a racchettoni… Ti ricordi come ci siamo allenate l’anno scorso?». Mi dispiace deluderti, ma quest’estate niente racchettoni: sono vietati tutti i giochi che possano creare assembramenti. Ci manca solo la multa perché un gruppo di gente si è fermato a vedere quanto siamo imbranate. A proposito, anche al mare si annunciano sveglie antelucane: sarà obbligatoria la distanza fra un ombrellone e l’altro. Bisognerà conquistare i pochi posti disponibili.

Sembra che le amministrazioni realizzeranno applicazioni per segnalare le spiagge libere: tutti monitorati, quindi, anche in costume e ciabatte. Sorvegliati in spiaggia con moto d’acqua e droni. Nemmeno Orwell avrebbe saputo immaginare tanto. Si avvicina Silvia. «Mamma, ma almeno potremo andare al lago, a buttarci in acqua dalla piattaforma più alta?». In mezzo a decine di adolescenti, l’anno scorso mia figlia era l’unica bambina a lanciarsi come se niente fosse da cinque metri. Ammetto di aver finto più volte di non conoscerla. Quest’anno forse non ce ne sarà bisogno. Immagino che i lidi terranno chiusi i trampolini, per evitare assembramenti sulle scalette.

Ci sia augura, inoltre, che tutti sappiano nuotare bene: anche la manovra salvavita della respirazione bocca a bocca sarà vietata. Si aggiunge Luciano: «Ma almeno potremo buttarci in acqua dallo scivolo?». Mi spiace deluderti, figliolo. Le aree gioco rimangono chiuse. Sarà meglio anche rinunciare alla merenda con gelato: difficile pensare che il Cuore di panna valga l’attesa distanziata, magari lunga e sotto il sole. E qualora vi fosse venuto in mente, ho dei dubbi anche sul noleggio dei pedalò. A meno che non si riesca a sanificarli dopo ogni uso. Però anche con la sveglia alle sei, senza amici, senza tuffi, senza gelato, al lago ci divertiremo comunque, vero ragazzi? A questo punto hanno tutti e tre il muso lungo. È il momento di cambiare discorso. Non sono sicura che le prospettive dell’estate ci tirino su il morale.

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