La forza del dialogo e del confronto per combattere l'apatia

La forza del dialogo e del confronto per combattere l'apatia

di Leonardo Pontalti

Accanto ad ansia e timori, indolenza e apatia potrebbero rivelarsi agguerrite nemiche da affrontare, nelle prossime settimane. Il libro scelto dall’ospite odierna della nostra rubrica racconta proprio della forza dei dialoghi e del confronto per contrastare l’apatia. Il volume è quello di Gianrico Carofiglio, “La versione di Fenoglio” (Einaudi, 176 pagine), che ci propone Giovanna Orler della libreria Lagorai di Predazzo. Che ha la fortuna - non riservata a tutti - di poter leggere anche sul davanzale di una finestra affacciata sulle cime.

E ti invidieranno in tanti. Davanzale a parte, anche a te chiediamo dove leggi prevalentemente, in casa.
«Di solito la sera a letto: è quasi l’unico momento da dedicare a questa mia passione. In questi giorni sospesi, però, il divano diventa un luogo speciale per viaggiare attraverso le storie».

A che punto sei? Perché hai scelto “La versione di Fenoglio”?
«L’ho terminato da poco; lo ho scelto perché questo scrittore che apprezzo e stimo mi ha fatto l’occhiolino dallo scaffale e ho aperto il suo libro».

Raccontaci un po’ del “tuo” libro.
«E’ un inaspettato romanzo sull’incontro casuale tra un vecchio maresciallo prossimo alla pensione e un giovane e insicuro studente. Durante le sedute di fisioterapia partecipiamo allo scambio e crescita dei due protagonisti, ne condividiamo l’umanità, il bisogno di ricerca, i dubbi e i rimpianti. Pietro, il maresciallo, racconta la sua vita investigativa e così facendo recupera la consapevolezza del suo vissuto che altrimenti sarebbe andato perduto. “Investigare è l’arte di osservare lentamente”, rivela al giovane Giulio; ed è anche la costruzione di una storia dove ogni parola riveste un’importanza straordinaria, come nella scrittura. Il ragazzo vive in una sorta di apatia, in uno stato di anestesia esistenziale, ma la sua fragilità si contrappone ad una vivace intelligenza e curiosità. Così l’amicizia che nasce durante lo sforzo per la guarigione dona all’uno la rivelazione delle proprie potenzialità e il desiderio di vivere pienamente; mentre l’altro scopre d’avere molte storie nascoste dentro di sé e il privilegio di farle rivivere attraverso il racconto».

Regalaci un passo che ti ha particolarmente colpito.
«Eccolo, quando la fisioterapista Bruna spiega il valore di una postura morale, non solo fisica: “Bisogna guardare in faccia il mondo, stando in piedi ben dritti. Solo così, deliberatamente, accettiamo la responsabilità di essere vivi, di fronte al caos dell’universo”».

Hai già scelto il prossimo libro?
«Ora ho iniziato “La gang del pensiero” di Tibor Fischer, Marco Y Marcos; presentato come ottovolante di comicità dai bassifondi alle vette del pensiero occidentale; e... in questi tempi bui, una risata può aiutare!»

E voi, lettori? Qual è il vostro fedele amico di carta di queste giornate? Inviate le vostre “schede” e i vostri selfie a libri@ladige.it

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