Per la pulizia dei parchi ingaggiati i senzatetto
Da ieri sono impegnati nella manutenzione dei parchi cittadini di piazza Dante, piazza Venezia, santa Chiara e San Marco i primi dodici homeless inseriti nel progetto «Fareassieme sicurezza» finanziato con 90 mila euro dalla Provincia e portato avanti dal territorio della Comunità Val d'Adige.
L'attività, parzialmente già sperimentata nel corso del 2013, vedrà al lavoro nei parchi tre squadre formate da un caposquadra e quattro persone ciascuna, identificate tra persone senza fissa dimora e utenti dei servizi che, dopo aver vissuto una situazione di precarietà abitativa e compiuto un percorso di rielaborazione del proprio vissuto, mettono a disposizione di altri le proprie risorse. «Una collaborazione che permette di sperimentare soluzioni nuove, creare un senso di appartenenza facendo comprendere ai cittadini e a queste persone che esse possono essere portatrici di valori positivi per la comunità» ha spiegato ieri durante la presentazione l'assessore comunale alle politiche sociali Maria Chiara Franzoia.
Questi utenti sono stati assunti con un contratto a tempo determinato di sei mesi dalla cooperativa Le Coste e divisi in tre turni. Una squadra sarà in servizio il martedì pomeriggio, un'altra il giovedì pomeriggio ed una la domenica mattina affiancando gli operatori comunali nel lavoro di cura dei parchi.
Un secondo ambito di operatività del progetto «Fareassieme sicurezza» riguarda la mediazione al conflitto, intervento svolto principalmente presso la sede centrale della biblioteca cittadina, in via Roma, dove, in particolare nei mesi invernali, si mischiano tra gli studenti e i normali utilizzatori della sala di lettura persone senza dimora o con problemi di dipendenza dalle droghe che al mattino sfruttano i bagni della biblioteca per curare la loro igiene e per il resto della giornata «bivaccano» tra la sala internet e gli spazi lettura.
Inizialmente, dopo numerose denunce più o meno ufficiali, si era pensato di risolvere il problema con una sorta di presidio dei vigili urbani e poi con la presenza nelle fasce orarie più critiche di una guardia giurata. È risultato però impossibile vietare a qualcuno l'ingresso in un luogo pubblico e i problemi di convivenza non sono stati annullati. Anzi, la presenza di queste persone ha provocato qualche «momento caldo» contribuendo a creare una sensazione di insicurezza nei lavoratori e negli utenti della biblioteca.
In questo contesto già un paio di anni fa si è tentata una sperimentazione con una decina di senza tetto sulla via del recupero per una loro responsabilizzazione. A loro - con il coordinamento di un operatore della Fondazione Comunità Solidale - è stato affidato il compito di aiutare le persone ad utilizzare in maniera appropriata gli spazi, dare informazioni sui servizi della biblioteca e favorire la mediazione dei conflitti. L'attività ha fornito ottimi risultati: sono stati riscontrati un calo dei conflitti e dei momenti di tensione, una percezione di maggior benessere da parte degli operatori del front-office, una maggiore consapevolezza da parte di chi frequenta la biblioteca utilizzandone i servizi in modo improprio dell'inopportunità di alcuni comportamenti. Ora la sperimentazione proseguirà con il coinvolgimento di altri 12 utenti.