Trentino sempre più multietnico, nel 2014 gli stranieri sono il 9,5%
Sono 50.883 all'1 gennaio 2014 i cittadini stranieri residenti in Trentino
Sono 50.883 all'1 gennaio 2014 i cittadini stranieri residenti in Trentino. L’incidenza sulla popolazione totale è del 9,5%. Dunque quasi una persona su dieci, tra quante abitano stabilmente nel territorio provinciale, ha un passaporto diverso da quello italiano. Rispetto all’anno precedente, la popolazione straniera aumenta di circa 2.100 persone, ovvero del 4,4%. Anche nel 2013 la componente femminile è superiore a quella maschile e rappresenta il 53,1% del totale delle presenze degli immigrati in Trentino. I cittadini non comunitari residenti in Trentino sono 38.654. Uno straniero su cinque tra coloro che risiedono in Trentino proviene dalla Romania (10.018 persone). Seguono le presenze di cittadini stranieri originari di Albania (6.998 persone), Marocco (4.651), Macedonia (3.217) e Moldova (2.970).
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, le presenze più elevate di persone straniere si riscontrano nel territorio della Valle dell’Adige (13.790 residenti stranieri, 13.564 immigrati nel comune di Trento), in Vallagarina (9.243 residenti, di cui 5.012 nel comune di Rovereto) e nell’Alto Garda e Ledro (5.263 residenti stranieri, di cui 2.121 a Riva del Garda). Ha meno di trent’anni quasi la metà degli stranieri residenti in Trentino (44%). Un nato su quattro in Trentino è da genitori stranieri. Sono 904 le nascite registrate nel 2013 tra i cittadini stranieri e la metà di queste riguarda le prime tre comunità di immigrati più numerose, ovvero Albania, Romania e Marocco.
Per quanto riguarda i documenti di soggiorno, su dieci permessi rilasciati a stranieri non comunitari cinque sono legati a motivi di lavoro (48,7%), quattro a motivi di famiglia (39,1%) e uno a una voci residuali che comprendono i permessi per motivi di studio (6,9%), quelli per motivi umanitari (1,2%) e protezione sussidiaria (0,7%), nonché i permessi per minore età, ovvero per i minori stranieri non accompagnati (0,6%). I titolari di permessi di lungo periodo rappresentano il 64% del totale, a fronte di una media nazionale pari a poco più della metà dei soggiornanti. Per effetto di ormai sei anni di crisi, cambiamenti importanti, benché poco visibili, si vanno producendo nel segno delle migrazioni di ritorno. Se la linea di tendenza c’è (il saldo dei permessi di soggiorno è per la prima volta negativo rispetto all’anno precedente), il fenomeno rimane comunque di proporzioni ben limitate registrando circa 500 unità in meno.
Indicatori di integrazione: acquisizioni di cittadinanza e ricongiungimenti familiari
Nel 2013 sono diventate italiane 1.131 persone di origine straniera, delle quali 474 per matrimonio e 657 per naturalizzazione. L’incremento delle acquisizioni di cittadinanza rispetto all’anno precedente è del 48,8%. A diventare cittadini italiani in Trentino sono in particolare le persone provenienti da Albania, Marocco, Romania e Macedonia.
Il numero di famigliari ricongiunti nel 2013 è inferiore di quasi il 40% rispetto all’anno precedente: si tratta di 173 persone, principalmente coniugi e figli, e solo nel 4% dei casi genitori. Anche le richieste di ricongiungimento sono in calo rispetto al 2012 (-22%) e riguardano in particolare i cittadini pakistani e marocchini.
I matrimoni misti
Nel corso del 2013 sono stati celebrati, in Trentino, 232 matrimoni con almeno uno degli sposi straniero, mentre quelli con almeno uno degli sposi residente in Trentino sono stati 204. I matrimoni misti hanno dato conto del 14,7% dei 1.579 matrimoni celebrati in provincia.
Casa e mercato abitativo
Nel caso trentino, i dati di edilizia abitativa indicano che nel 2013 è stato ammesso a beneficio il 5,4% delle domande presentate dai cittadini comunitari e lo 0,7% di quelle di richiedenti non comunitari. Per quanto riguarda i cittadini stranieri non comunitari, in particolare, le case assegnate in tutta la provincia sono quattordici, a fronte di una domanda di quasi duemila unità.
La presenza nel sistema scolastico
Nell’anno scolastico 2013/14 gli alunni stranieri iscritti nelle scuole della provincia sono 9.553, valore di poco superiore rispetto a quello dell’anno scolastico precedente (+1%). I nati in Italia da genitori stranieri rappresentano quasi il 60% della popolazione scolastica straniera.
Rispetto alle provenienze, ai primi posti si trovano gruppi di forte presenza e radicamento sul territorio provinciale: Albania e Romania con circa 1.500 studenti ciascuno, Marocco con quasi 1.400 alunni, Macedonia con poco più di 700 alunni e Pakistan con 630 studenti. Queste prime cinque nazionalità rappresentano il 60% degli studenti stranieri.
L’occupazione degli immigrati in Trentino
La crisi economica non ha prosciugato la domanda di manodopera immigrata, e non è neppure vero che i disoccupati italiani siano disponibili senza condizioni a riappropriarsi delle occupazioni lasciate ai lavoratori stranieri in anni migliori. Secondo i dati dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro, l’occupazione degli immigrati in provincia di Trento è aumentata nel 2013 di 2.000 unità, pari al 9,1%.
I lavoratori stranieri rappresentano tre su quattro assunti in agricoltura, quasi uno su tre nell’industria e quasi uno su quattro nei servizi. I romeni si confermano al primo posto in tutti i settori. L’industria, dopo romeni e albanesi, continua invece a concedere un certo spazio ai pakistani, che occupano la terza posizione per numero di assunti, mentre i marocchini sono stati scalzati dai macedoni al quarto posto.
Per quanto riguarda il lavoro domestico, nel 2013 si registra un incremento della componente italiana pari all’11%, contro una crescita molto più moderata (1%) di quella straniera che rappresenta l’82% del totale dei lavoratori in questo settore. Più di quattro collaboratrici o assistenti familiari su cinque regolarmente assunte provengono dall’estero, in particolare dall’Europa dell’Est (oltre 4.000 persone).
Il lavoro autonomo: tra aspirazioni di mobilità e risposta alla crisi
Le attività con titolare nato all’estero nel 2014 sono 2.374 e rappresentano l’8,4% del totale. Rispetto al 2013 si registra un calo dell’1%. Anche nel 2013 si confermano alcune specializzazioni settoriali: diversi gruppi sono specializzati nell’edilizia (romeni, albanesi, tunisini, serbo-bosniaci, macedoni, moldavi); alcuni altri si dedicano prevalentemente ad attività commerciali (marocchini, cinesi, pakistani). Nella ristorazione spicca il dato cinese, con il 20% dei titolari.