Sci, più scontri sulle piste Il bilancio dei carabinieri

Crescono gli scontri in pista in Trentino: gli incidenti che hanno visto coinvolti sciatori finiti uno contro l'altro sono stati poco meno di 300: 294, ovvero circa il 20% in più rispetto a quelli registrati nell'inverno 2015-2016.

I dati sono quelli diffusi nella giornata di ieri dal comando provinciale dell'Arma dei carabinieri che, al termine ormai della stagione, hanno presentato il bilancio delle attività di servizio di vigilanza e soccorso sulle piste da sci che in provincia sono affidate ai militari.

I dati sono stati presentati a Madonna di Campiglio dal comandante provinciale, il tenente colonnello Luca Volpi, affiancato dal comandante della compagnia di Riva del Garda, il capitano Marcello Capodiferro e dal comandante del nucleo investigativo provinciale, il capitano Andrea Oxilia, nello scenario ancora imbiancato del Grostè.

Quello della Rendena è uno degli undici comprensori nei quali a vigilare sulla sicurezza degli sciatori sono i carabinieri: quaranta in tutto gli uomini che sono stati mobilitati in questi mesi. Complessivamente, hanno effettuato 2.325 interventi di soccorso a seguito dei quali solo in un caso si è dovuto registrare il decesso di uno dei coinvolti.

La zona nella quale i carabinieri hanno effettuato più interventi è stata quella di Campiglio, con poco meno di 800 soccorsi (761 per la precisione) è stata proprio quella di Madonna di Campiglio, con le aree dello «Spinale e del Grostè.

Dei 2.325 interventi di soccorso, come detto in 294 casi i carabinieri hanno dovuto soccorrere sciatori che si erano scontrati tra loro, con un aumento dovuto non solo alle condizioni delle piste con neve veloce che spesso ha sorpreso gli sciatori meno esperti, ma anche ad una buona dose di imprudenza o comunque sottovalutazione dei rischi da parte di chi si diverte sulla neve.

A questo proposito sono state circa una trentina le contravvenzioni elevate dai militari dell'Arma ai danni di persone sorprese ad avventurarsi in fuori pista in aree non appositamente messe in sicurezza o per eccesso di velocità in pista.

Una ventina sono state, poi, le contravvenzioni elevate agli impiantisti per segnalazioni carenti, quando non invece riportanti indicazioni errate o del tutto assenti.
Venti anche le contravvenzioni penali per ubriachezza manifesta sugli sci rilevata dai militari in servizio: a questo proposito, i carabinieri hanno potuto rilevare come sia quella del primo pomeriggio, dopo il pranzo, la fascia oraria nella quale si registra il picco massimo statistico di interventi per infortuni in pista.

Un calo di lucidità frutto non solo della stanchezza o di un pasto pesante, bensì soprattutto di abuso di alcol: una birra in più o un bicchiere di troppo, sugli sci, comportano una maggiore difficoltà nell'affrontare le discese, diventando pertanto fonte di gravi pericoli per sé stessi e per gli altri.

Non sono mancati i casi di furto di attrezzature: venti quelli denunciati ai carabinieri sciatori in provincia durante l'inverno. Novanta circa le persone oggetto di ricerche - nella stragrande maggioranza bambini - soprattutto all'ora della chiusura degli impianti. Non sono poi mancate le denunce per esercizio abusivo della professione di maestro di sci: maestri o pseudo tali non in regola con le normative provinciali costituiscono oltre che un potenziale pericolo, anche una palese concorrenza sleale per le scuole sci regolarmente esistenti in Trentino.

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