Autobus e corriere: «rivoluzione» nel 2018
Non si tratta di mettere lì risorse finanziarie, per qualche corriera in più su è giù per le valli. Si tratta di pianificare, dando concretezza al piano provinciale della mobilità, una «rivoluzione» trasportistica - pubblica e privata - che, in una prospettiva pluriennale, trasformi il Trentino, i servizi, i collegamenti tra centro e periferia. Meno auto in giro, migliore qualità della vita per i residenti, più capacità di attrarre turisti. Ecco spiegata l’anticipazione fatta ieri dal presidente della Provincia, Ugo Rossi, nell’illustrare alcune linee guida della legge Finanziaria, l’ultima della legislatura: più autisti per Trentino Trasporti, quindi nuove assunzioni, e «la prima sperimentazione di orari cadenzati, ogni ora, per collegare le valli con i mezzi pubblici».
UN’«AGENZIA DELLA MOBILITÀ» NEL 2018
Per quella che si annuncia come una piccola-grande rivoluzione per il trasporto pubblico locale, l’assessore alle infrastrutture e ai trasporti, Mauro Gilmozzi, dice che si agirà su due fronti: «Nel 2018, sarà creata una “Agenzia della mobilità” e, secondo, saranno destinate risorse per il potenziamento del servizio».
IL GAP CON L’ALTO ADIGE
Si tratta anche di recuperare il gap con il vicino Alto Adige. Perché il dato di partenza, spiega il dirigente del Servizio trasporti pubblici della Provincia di Trento, Roberto Andreatta, è sì che «la mobilità trentina si colloca comunque ai vertici, se si raffrontano territori simili», ma il confronto con quanto avviene sopra Salorno è significativo. E sono le cifre a raccontarlo: «In provincia di Bolzano» dice il dirigente «producono 20 milioni di km all’anno di servizio extraurbano su gomma, da noi 12 milioni». Il raffronto è possibile anche perché sia l’Alto Adige che il Trentino hanno adottato un sistema intelligente (il «Mitt» in provincia di Trento) che consente di «contare» i passeggeri. «Nel 2015» esemplifica Andreatta «su tutte le linee autobus si erano registrate mediamente, in provincia di Bolzano, 114.493 obliterazioni al giorno, più 26.843 per i treni; in Trentino, invece, le validazioni nel giorno tipo invernale su tutti i servizi autobus erano circa 68.000 e quelle sui treni 15.600». Ecco il gap: oltre 141 mila passeggeri del trasporto pubblico locale ogni giorno in Alto Adige, 83.600 in provincia di Trento.
LA DIFFERENZA: EXTRAURBANO E PENDOLARI
L’analisi dei dati di raffronto spiega che la differenza non è tanto sul servizio urbano e sulla ferrovia, pur avendo l’Alto Adige un numero maggiore di km di rotaia. È nella capillarità del servizio extraurbano su gomma nelle valli che l’Alto Adige ha una marcia in più. E la lezione è che l’offerta crea la domanda: più il servizio è capillare, più aumenta l’utilizzo del mezzo pubblico e si lascia l’automobile in garage. «Un dato su tutti lo dimostra» dice Andreatta «oltre la metà della popolazione altoatesina ha un abbonamento. E anche guardando ai numeri al netto di studenti e pensionati, si nota che sono oltre 140 mila i titolari di “abbonamento”: il gap sta soprattutto nella categoria dei pendolari».
VIAGGIATORI «PUBBLICI» IN TRENTINO
Ma quanti sono i titolari di carta nominativa, cioè i viaggiatori abituali, in Trentino? Sono oltre 94 mila. Andreatta fornisce le cifre in dettaglio: «13.426 sono disabili, 43.434 lavoratori, 8.713 pensionati, 18.017 studenti fino alla quinta superiore e 10.645 studenti universitari».
L’ESEMPIO VIRTUOSO DI FIEMME E FASSA
In Trentino, vi sono territori di periferia «scoperti», da Folgaria alla Val dei Mocheni, dove nemmeno sanno cosa sia una corriera nel dì di festa. La «rivoluzione» annunciata del cadenzamento degli orari dovrà partire da qui.
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La sperimentazione estiva fatta nelle valli di Fiemme e Fassa (vedi tabella a fianco) è considerata un successo da estendere. Con il servizio bus di linea 101 da Cavalese a Penia, si è passati dai 122 mila passeggeri dell’estate 2014 ai 225 mila del 2017: in tre anni, oltre 100 mila passeggeri in più. Ripartiti sui due mesi di servizio (luglio e agosto), fanno 1.600 passeggeri al giorno in più, per attestarsi a 3.700 passeggeri/giorno quest’anno, che equivalgono a 1.500 «teste», cioè a 7-800 autovettore che non hanno intasato di traffico, polveri e rumori le due valli.
GILMOZZI: «SERVIRANNO DECINE DI MILIONI»
Non è dato sapere, oggi, quale sarà, sui dieci esistenti, il bacino trasportistico scelto per attivare, già nel 2018, la prima sperimentazione degli orari cadenziati con il potenziamento del servizio di trasporto pubblico extraurbano su gomma. L’obiettivo è di renderlo competitivo ed in grado di fornire una risposta efficiente sia per la mobilità quotidiana dei residenti, sia per quella dei turisti.
I due «precedenti» sono quelli del bacino 2 della zona di Riva del Garda e delle Giudicarie e di Fiemme e Fassa. Nel primo caso, nel 2008, Trentino Trasporti incaricò il consulente Willy Husler di redigere un piano di cadenzamento, che però è rimasto sulla carta: inattuato per mancanza di risorse. Nel secondo caso, c’è la concretezza dei risultati positivi del cadenzamento ogni mezz’ora sperimentato nei mesi di luglio e agosto.
Per garantire il servizio potenziato tra Cavalese e Penia e tra Canazei e il Passo Pordoi, sono stati impiegati dieci autisti in più. E questo dà l’idea degli investimenti necessari in mezzi e in uomini. Trentino Trasporti Esercizio ha 1.200 addetti, Trentino Trasporti un centinaio. Nell’extraurbano operano 460 autisti. Se l’obiettivo a medio-lungo termine, è di passare dai 12 milioni di km percorsi ogni anno a 18 milioni, per avvicinarsi ai 20 milioni dell’Alto Adige, si capisce perché già dal 2018 la Giunta intenda procedere con l’assunzione di nuovi autisti.
«Il cadenzamento» spiega l’assessore Mauro Gilmozzi «è un nuovo modo per incentivare l’uso dei mezzi pubblici. Per il piano della mobilità, si tratta di dare un segnale e di mettere in campo una pluralità di iniziative: sostegno per le auto e le bici elettriche, car sharing, nuove piste ciclabili. Coinvolgendo anche i soggetti privati, come le aziende del Cta (il Consorzio trentino autonoleggiatori, ndr), da cui ci aspettiamo proposte, e i privati cittadini. Come a Vezzano, dove» ricorda Gilmozzi «hanno avviato un piccolo progetto tipo car sharing con il circolo anziani, per fare la spesa».
A questo servirà l’annunciata Agenzia della mobilità: «Sarà una struttura interna alla Provincia che avrà il compito di fare da regia e raccordo di tutti i servizi attivi sul territorio». Quanto al cadenzamento, Gilmozzi aggiunge: «Non è pensabile che oggi, in Trentino, vi siano zone prive di servizio, o zone dove i tempi di attesa sono troppo lunghi. Per questo dico che il cadenzamento, la garanzia di un bus ogni ora o mezz’ora anche nelle valli è una parola rivoluzionaria. Il modello è quello dell’Alto Adige». Quante risorse serviranno? «Per mettere a regime il sistema, qualche decina di milioni di euro. Qualche milione per partire nel 2018. Dobbiamo prepare una nuova stagione, da completare con la nuova legislatura. Sono investimenti per il Trentino del futuro».