Punti nascita. Cavalese può riaprire ma mancano i medici Arco? Per l'assessore Zeni «Solo propaganda»
«Promettere la riapertura del punto nascita di Arco va al di là della propaganda, mentre per Cavalese la deroga è positiva, ma non risolve il problema del reperimento dei medici, dunque ad oggi non si può dire quando l’Azienda sanitaria sarà in grado di garantirne la riapertura». Luca Zeni (Pd), assessore provinciale alla salute, si rende conto che la campagna elettorale porta molti candidati a fare a gara negli annunci e nel rivendicare meriti, ma ritiene suo dovere come amministratore in carica, spiegare qual è la realtà rispetto a una questione così importante che riguarda la salute e la sicurezza di donne e bambini.
Assessore Zeni, quando riaprirà il punto nascita di Cavalese?
C’è stata la gara tra i politici su chi per primo avrebbe annunciato la decisione del Comitato percorso nascite, ma ad oggi noi non abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione. Quindi noi ad oggi non sappiamo se nel verbale del Comitato tecnico si dice solo sì, potete riaprire, o ci sono anche delle prescrizioni da adempiere. Poi, l’Azienda deve valutare bene l’organizzazione del personale e il rapporto con l’ospedale centrale per garantire la sicurezza. Ci vorrà il tempo necessario, che valuteranno i tecnici non i politici.
I medici necessari, soprattutto pediatri e ginecologi, ci sono?
A febbraio ci era stato detto che in attesa di avere tutti dipendenti si poteva ricorrere a liberi professionisti, previa valutazione da parte del primario. Ora ci sono dei concorsi in corso, perché mancano ancora pediatri e ginecologi.
La nuova valutazione del Comitato era legata al problema della sala operatoria. Da quel punto di vista è tutto risolto?
La deroga del 2016 prevedeva di rispettare standard di personale e anche di strutture (due sale operatorie e sala urgenze contigue). Sono state fatte dunque delle progettazioni che per Cavalese erano previste nel nuovo ospedale. Dopo la sospensione dell’attività dei parti ci fu detto che per ripartire dovevamo avere già gli spazi adeguati. Fu una nuova prescrizione. Da lì abbiamo programmato i lavori per l’estate prossima. La deroga che ora abbiamo ottenuto riguarda la possibilità di anticipare l’attività prima dell’estate 2019, utilizzando la sala per la chirurgia.
Il Movimento 5 Stelle promette anche la riapertura del punto nascita di Arco. Perché voi non lo ritenete possibile?
Qui siamo davvero al di là della propaganda. Anche il punto nascita di Cavalese, se il mondo scientifico e medico non modificherà gli standard che garantiscono la sicurezza, sul lungo periodo non sarà sostenibile perché garantire tutto quel personale non permette di tenere aperta la rete ospedaliera. Già per Cavalese si farà fatica, ma si procede perché si è tenuto conto della situazione orografica e del percorso normativo e tecnico. Per Arco e Tione la deroga non c’è stata e ci sembra irrealistico che il Comitato cambi idea e anche succedesse non ci sarebbero le condizioni per garantire il personale perché in Italia i medici sono sempre meno e scelgono in base alle condizioni di sicurezza di lavoro e di crescita professionale.
Avete difficoltà a trovare medici anche per l’ospedale di Trento?
Le difficoltà ci sono per Trento e dunque ancora di più per gli ospedali di valle. Basti dire che quando avevamo proposto a 45 pediatri dipendenti dell’Azienda di ruotare su Cavalese, offrendo 700 euro in più a turno (ogni 12 ore) rispetto allo stipendio ci hanno detto no tutti e 45 spiegando che non lo ritengono un modello da perseguire. Se vogliamo essere seri va detto. Dal punto di vista della sanità ospedaliera la casistica non è una banalità. Chi deve essere operato di tumore non va nell’ospedale sotto casa, ma dove sono specializzati. L’errore politico che c’è stato in questi anni è non essere stati abbastanza determinati a spiegarlo. È statisticamente provato che nei punti nascita grandi si è più preparati ad affrontare qualsiasi tipo di complicazione che possa presentarsi. Dopodiché in alcuni casi particolari è possibile garantire la sicurezza con protocolli particolari.