Segnana: «Parti, vogliamo riaprire Borgo e Tione»
In IV Commissione l’assessora Stefania Segnana ha spiegato gli obiettivi della Giunta in tema di sanità: avanti con i progetti del passato ma garantendo i servizi sul territorio per rispondere alla domanda di sicurezza; iniziative per ricreare le condizioni per poter riaprire i punti nascita di Tione e Borgo; strategie per portare più pazienti nel Centro di Protonterpia. Oltre all’assessora sono intervenuti il direttore dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) Paolo Bordon e il dirigente generale del dipartimento salute e politiche sociali Michele Bardino. Ad animare il dibattito sono state le numerose domande poste dai consiglieri di minoranza – in particolare dall’ex assessore alla salute e welfare Luca Zeni (Pd), dal suo predecessore ed ex presidente della Provincia Ugo Rossi e da Paola Demagri (Patt) –, ma anche da Mara Dalzocchio della Lega e dal presidente della commissione Claudio Cia.
ANZIANI E PATOLOGIE CRONICHE
«La Giunta precedente – ha osservato l’assessora – aveva già sviluppato per questo idee e attività che l’attuale esecutivo non intende accantonare». Segnana ha citato in tal senso la volontà di incrementare il rapporto con i medici di medicina generale, che sono più a contatto con la cittadinanza sul territorio. Occorrerà anche attivare le aggregazioni territoriali già previste per sopperire alla mancanza progressiva di medici aggravata dai futuri pensionamenti. Segnana ha preannunciato la volontà di attivare «un numero unico per l’assistenza territoriale» e di «mettere a disposizione dei medici strumenti di informazione che permettano di conoscere la condizione di salute generale delle persone per poter poi intervenire con cure adeguate».
Il direttore Bordon ha sottolineato come l’Apss deve prepararsi ad affrontare un incremento delle patologie croniche, mantenendo molto attiva una rete diffusa e capillare di servizi sul territorio. Non si può quindi depauperare il territorio di servizi di prossimità, perché occorrerà gestire decine di migliaia di persone con patologie croniche sul posto e in maniera sistematica nel tempo. Andranno concentrate negli ospedali hub di Trento e Rovereto le patologie più gravi o tempo-dipendenti e gli interventi come la chirurgia della mammella con professionisti specialisti di alto livello, garantendo invece lo screening dei malati sul territorio.
TEMPI D’ATTESA
Un altro obiettivo dell’assessorato: la riduzione dei tempi di attesa per le visite specialistiche e le operazioni. I dati dell’Apss dimostrano che i tempi di attesa in regime istituzionale si sono accorciati mentre quelli della libera professione sono rimasti stabili. Si registra comunque un incremento di prestazioni prenotate. I settori più critici da questo punto di vista riguardano ecocardio e olter, gastroenterologia, ematologia e vascolare doppler. Per gli altri settori si è nella media standard. L’assessora si è resa disponibile ad ascoltare suggerimenti ipotizzando anche un ampliamento degli orari fino al sabato sera per soddisfare i casi più urgenti.
PROTONTERAPIA
Segnana ha ricordato che nel 2018 i casi trattati sono stati 301, quindi al di sopra delle attese, e questo è confortante. Aumento, ha spiegato, dovuto a una politica di «reclutamento» dei pazienti. La struttura quindi va sicuramente mantenuta purché la si faccia maggiormente conoscere a livello nazionale, puntando sulla minore invasività del metodo di cura. Il direttore Bordon ha spiegato che resta il problema delle tariffe e sottolineato che l’Apss ha registrato un significativo incremento dei pazienti grazie alle collaborazioni avviate con gli ospedali Bambin Gesù di Roma e Mayer di Firenze. Ha poi aggiunto che sarà formalizzata anche una una collaborazione con le regioni Piemonte ed Emilia Romagna e con una struttura del Veneto per il trattamento delle patologie con i protoni. Bordon ha poi precisato che mentre le prestazioni di protonterapia sono già state inserite nei Lea, ad oggi non c’è ancora una tariffa prefissata. Annunciata la possibilità di estendere la terapia ai tumori agli occhi e alla mammella.
VILLA ROSA
Per l’assessora l’ospedale Villa Rosa di Pergine è una struttura sottoutilizzata. Vi sono stanze vuote e per questo puntiamo sull’offerta dell’associazione Telethon che con il progetto Nemo occuperebbe alcuni spazi.
«DOPO DI NOI»
Oltre ad assicurare che la Provincia porterà avanti i vari programma e le molteplici iniziative già impostate per la prevenzione sanitaria a favore della popolazione anziana per promuovere l’invecchiamento in salute, l’Assessora ha assicurato che sarà predisposto il regolamento di attuazione della legge provinciale sul «Dopo di noi», da lei giudicata molto positivamente per permettere di curare i giovani disabili anche quando i loro genitori vengono a mancare.
PUNTI NASCITA
È stato l’ex presidente della Giunta Ugo Rossi a chiedere all’assessora se la Giunta si impegnerà per la riapertura dei punti nascita anche di Tione e di Borgo Valsugana. Segnana gli ha risposto ribadendo l’intenzione della Giunta è di riportare i punti nascita sul territorio creando prima le condizioni perché questo sia possibile. Demagri ha osservato che se la volontà dell’assessorato è di riaprire servizi come questi a prescindere dalla casistica, questo cozza contro il criterio utilizzato in campo sanitario per prendere delle decisioni.
CARENZA DI MEDICI
L’assessora Segnana ha insistito soprattutto sulla necessità di lavorare per il reperimento di medici, «perché spesso i giovani che arrivano in Trentino rimangono qui troppo poco tempo e dopo un paio d’anni se ne vanno. Serve quindi a suo avviso “una programmazione che offra a questi giovani medici prospettive di carriera, in modo che restino nella nostra provincia e non cerchino lavoro altrove per mancanza di attrattività professionale. Per questo, ha sottolineato, l’Apss sta proponendo molti concorsi e sta studiando come offrire ai medici percorsi di carriera appetibili.Bordon ha sottolineato che il fenomeno non è solo trentino ma nazionale ed europeo e che l’Apss sta attivando concorsi e forme di attrazione dei professionisti. Nelle periferie le forme aggregate di medici potranno essere le uniche soluzioni per garantire la loro presenza nelle frazioni più piccole. Diversamente nessuno accetterebbe di andare a lavorare in queste località. L’esigenza è che i medici cedano a turno ore di assistenza nelle zone più piccole come nella zona di Condino, dove le difficoltà sono maggiori. Un tema centrale individuato dall’assessora è per Bordon quello della condivisione del fascicolo sanitario del cittadino perché i medici possano condividerne le condizioni basilari di salute.