Annuario Istat: meno letture e più teatro
Si conferma la scarsa attitudine degli italiani a leggere quotidiani e libri, che la cultura la vivono però fuori casa andando di più a teatro, a concerto, in discoteca e visitando musei. In calo anche l’interesse per il cinema, mentre il piccolo schermo rimane l’attrazione preferita soprattutto tra i bimbi, dai 3 anni in su, e tra gli over 60. La radio può contare su un pubblico affezionato che non cala. Lo rileva l’Istat nell’Annuario statistico considerando il 2013 e il 2014.
I consumi culturali in genere «riprendono a crescere» nel 2014, soprattutto fuori casa, rispetto ai due anni precedenti.
Il 62,6% della popolazione ha infatti assistito ad almeno uno spettacolo o un intrattenimento o ha visitato musei e mostre (61,1% nel 2013). Al top del gradimento - sottolinea l’Istituto di statistica - le visite a musei, mostre e siti archeologici (dal 25,9% del 2013 al 27,9%) e la partecipazione a spettacoli sportivi (dal 24,4 al 25,2%). Si riduce l’interesse per il cinema apprezzato dal 47,8% della popolazione (nel 2010 la percentuale era del 52,3%). La preferenza è per la musica, che sia in discoteca o nelle balere, ma anche a concerti. Nella graduatoria vincono le discoteche e balere (19,4%), segue a ruota il teatro (18,9%), gli altri concerti di musica (18,2%) e, all’ultimo posto, i concerti di musica classica, che interessano appena il 9,3% della popolazione.
La voglia di cultura premia in particolare i musei che registrano 1,8 milioni di visitatori in più nel 2013 rispetto all’anno precedente. Nel 2013, sono stati oltre 38 milioni e 190 mila le persone hanno varcato la soglia dei 431 luoghi di antichità e arte presenti sulla Penisola. Ma sono quelli del Lazio, con 17,6 milioni di ingressi, e della Toscana, che da sola registra quasi lo stesso numero di visite (poco più di 6,1 milioni) totalizzate dall’insieme delle regioni del Nord, ad essere presi d’assalto.
Il teatro è l’unica attività fuori casa, fra quelle considerate, dove prevale un pubblico femminile (20,9% delle donne e 16,8% degli uomini). I più assidui frequentatori sono però i giovani fra i 6 e i 14 anni, circa tre su dieci.
Penalizzati secondo i ‘numerì dell’Istat libri e quotidiani che fanno registrare un calo di lettori. E non a caso nel 2013 è diminuita la tiratura di quasi un quinto (nel 2012 sono stati pubblicati 59.230 libri, per un totale di 179 milioni di copie).
In aumento solo le prime edizioni (il 64,8% della produzione).
Anche il piccolo schermo registra una disaffezione pur rimanendo tra le attrazioni più apprezzate: la guarda il 91,1% della popolazione di tre anni e più (92,3% nel 2013). La tv attrae spettatori in tutte le fasce di età, anche se i più accaniti sono i giovanissimi di 6-14 anni (94%) e i 60-74enni (94%). La radio non perde ascoltatori e rimane una abitudine per il 56,7% della popolazione. I programmi radiofonici hanno le maggiori audience fra i giovani di 18-24 anni (68%) e fra i 25-44enni (72%).