Trento Filmfestival, edizione da record al via

Si annuncia come un’edizione fra le più ricche di film e di appuntamenti quella del 66° Trento Filmfestival, in programma dal 26 aprile al 6 maggio con il numero record di 710 film iscritti, di cui 149 selezionati e 25 in concorso.

Film di avventura, di alpinismo, di montagna nel senso più esteso del termine (dal tentativo di ricostruire la vita Ötzi al Tibet «cinese»), anteprime mondiali e qualcosa come 150 appuntamenti, tra serate evento, incontri, mostre e convegni.

Fra i temi affrontati dai film in concorso, torna quello del riscaldamento globale con Stella Polaris Ulloriarsuaq di Yatri N. Niehaus che ci porta nel cuore della Groenlandia, mentre per l’alpinismo è annunciata l’anteprima mondiale di Holy Mountain, seconda prova da regista di Reinhold Messner sull’Ama Dablam in Nepal, per rivivere il memorabile salvataggio da parte del suo team di una spedizione neozelandese in grave pericolo.

Anteprime italiane, poi, per Mountain di Jennifer Peedom, con la voce narrante di Willem Dafoe, le parole dello scrittore inglese Robert Macfarlane e le musiche della Australian Chamber Orchestra (immersione di grande respiro nel rapporto tra uomo e montagna) e l’attesissimo The Dawn Wall di Josh Lowell e Peter Mortimer che fa rivivere, al fianco dei protagonisti Kevin Jorgeson e Tommy Caldwell (che sarà a Trento per presentarlo), i 19 giorni della loro leggendaria scalata del 2015 a El Capitan nello Yosemite National Park, entrata di diritto nella storia dell’arrampicata; stessi scenari per Dirtbag: The Legend Of Fred Beckey di Dave O’Leske, irriducibile sognatore sulle montagne americane.

Focus sul Giappone, Paese ospite, attraverso il rapporto «slow» e le similitudini con le comunità delle Alpi.

Tre le grandi serate di alpinismo a partire da quella sull’invernale himalayana di Tomek Mackiewicz, che ha perso la vita a fine gennaio sul Nanga Parbat dopo avere completato, con Elisabeth Revol, la via Messner-Eisendle, attraverso le testimonianze di Alex Txicon, Denis Urubko, Filippo Thiery e della moglie Anna Solska. Una serata collegherà l’alpinismo di Bruno Detassis ai nuovi alpinisti trentini, con i fratelli Tomas e Silvestro Franchini che, insieme a Franco Nicolini, stanno concatenando in questi giorni 16 cime delle Ande oltre i 6.500 metri. E poi, ancora, Reinhold Messner, Hansjoerg Auer, Hervé Barmasse, Manolo, Adam Ondra e Nicola Tondini sull’«assassinio dell’impossibile».

Fra gli ospiti speciali, Pasang Lhamu Sherpa Akita, guida alpina del Nepal, prima donna del suo Paese ad avere scalato il K2 e alla quale, per il coraggio dimostrato durante il terremoto del 2015, è stato assegnato il premio del National Geographic. E Nasim Eshqi, free climber iraniana, unica donna in Iran a fare dell’arrampicata all’aperto la propria professione. Ancora, vedremo sul palco Tommy Caldwell, diventato un’icona dopo l’impresa di due anni fa, quando ha scalato in libera, con Kevin Jorgeson, la «Dawn Wall» su El Capitan, twittando con l’allora presidente Barak Obama.

Il Festival si aprirà il 26 aprile al Teatro Sociale con il film muto Visages d’enfants, di Jacques Feyder, con le musiche dal vivo dell’Orchestra Città Aperta scritte e dirette dal celebre compositore Carlo Crivelli. In anteprima italiana, la rassegna verrà aperta dallo spettacolare film di sport e avventura francese Tout là-haut, di Serge Hazanavicius, girato tra le nevi di Chamonix e dell’Himalaya, e chiusa dal debutto italiano Resina, di Renzo Carbonera, ambientato nella comunità cimbra di Luserna.

Accanto ai film e ai personaggi, gli incontri della 32ª rassegna internazionale dell’editoria di montagna «MontagnaLibri» con autori come Paolo Cognetti, Susanna Tartaro, Ilaria Tuti, Stefano Ardito, Tommy Caldwell, Francesco Vidotto, Manolo, Giorgio Amitrano, Yoko Tawada.

Presente anche il teatro con due importanti appuntamenti: uno di alpinismo, per tutti gli amanti delle grandi imprese, dal titolo Un alt(r)o Everest, di e con Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi; l’altro, dal titolo Si slancia nel cielo, pensato per grandi e piccini con Lucio Gardin.
Fra le mostre, Bruno Detassis. Una vita libera in montagna, realizzata in collaborazione con la Sat, a cura di Adriano Dalpez e Riccardo Decarli.

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