Igiaba Scego a Rovereto e Levico con la "La linea del colore"

Questa settimana torna in Trentino la scrittrice romana di origine somala, Igiaba Scego che incontrerà i suoi lettori in un doppio appuntamento, oggi alle 19 alla Libreria Arcadia di Rovereto e sabato a Levico in sala consigliare alle ore 17.30 , invitata dalla Piccola Libreria di Levico e dalla Biblioteca comunale.

Gli appuntamenti saranno l'occasione per presentare il suo ultimo libro La linea del colore, edito da Bompiani e per parlare di temi importanti, che ricorrono nella sua produzione letteraria e sulle pagine del settimanale «Internazionale» dove abitualmente scrive: colonialismo, condizione delle donne e dei migranti, diritto al viaggio e alla libertà.
A Levico Igiaba Scego dialogherà con lo storico Francesco Filippi , autore del bestseller «Mussolini ha fatto anche cose buone». Il libro di Igiaba Scego parla di libertà di scelta, di desiderio di viaggiare, di muri nel Mediterraneo, di condizione al femminile. Con questo libro riporta l'elemento della pelle nera nella Storia italiana confermandosi tra le più brillanti e impegnate scrittrici italiane. Mescola sapientemente generi narrativi e con una scrittura felice ci porta tra il XIX e il XXI secolo, attraverso gli Stati Uniti, l'Italia e la Somalia sulle tracce di Lafanu Brown, pittrice nera americana che a metà '800 sogna di poter studiare i classici romani dal vivo, e su quelle di Leila, storica dell'arte contemporanea, impegnata su una mostra dedicata a Lafanu che cerca di aiutare la cugina Binti, desiderosa di fuggire da un destino somalo già deciso.

Scego ricorda i fatti del febbraio 1887 quando a Dògali, in Eritrea, cinquecento soldati italiani furono uccisi dalle truppe etiopi. Un'ondata di sdegno invase Roma. In quel momento su Lafanu Brown, pittrice che vive a Roma, si riversa la rabbia della folla, finché un uomo la porta in salvo. È a lui che Lafanu si racconta: la nascita in una tribù indiana Chippewa, lo straniero dalla pelle nera che amò sua madre e scomparve, la donna che le permise di studiare ma la considerò un'ingrata, l'abolizionismo e la violenza, l'incontro con la sua mentore Lizzie Manson, fino alla scelta di salire su un piroscafo diretta in Europa, in un Grand Tour alla ricerca della bellezza e dell'indipendenza. Nella figura di Lafanu si uniscono le vite di due donne afrodiscendenti realmente esistite: la scultrice Edmonia Lewis e l'ostetrica e attivista Sarah Parker Remond, giunte in Italia dagli Stati Uniti dove fino alla guerra civile i neri non erano nemmeno considerati cittadini. A Lafanu si affianca Leila, ragazza di oggi, che tesse fili tra il passato e il destino suo e delle cugine rimaste in Africa e studia il tòpos dello schiavo nero incatenato presente in tante opere d'arte.
Igiaba Scego scrive in queste pagine un romanzo di formazione dalle tonalità ottocentesche nel quale innesta vivide schegge di testimonianza sul presente.

Igiaba Scego, che si definisce «somala di origine, italiana per vocazione», è nata a Roma nel 1974. Tra i suoi libri, «Pecore nere», scritto insieme a Gabriella Kuruvilla, Laila Wadia e Ingy Mubiayi (Laterza 2005), «Oltre Babilonia» (Donzelli 2008), «La mia casa è dove sono» (Rizzoli 2010, Premio Mondello 2011), «Roma negata» (con Rino Bianchi, Ediesse 2014) e «Adua» (Giunti 2015), tutti tradotti in diverse lingue. L'ultimo «La linea del colore» è in corso di traduzione negli Stati Uniti.

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