Il dramma del "Vestone" nel libro di Pontarollo

di Fabrizio Franchi

Si intitola Sbarrate il Canal di Brenta! La vera storia della caduta dello "sbarramento di San Marino" e il dramma degli alpini del Vestone (Silvyedizioni, Scurelle, 15 euro) l'opera prima con cui Francesco Pontarollo - appassionato di montagna e storia - fa luce su un episodio della Prima guerra mondiale che si svolse alle porte della Valsugana trentina.

«Solo oggi, ad oltre cent'anni dal fatto d'arme - argomenta lo storico Luca Girotto nella prefazione - l'amico Francesco Pontarollo solleva con la precisione, l'entusiasmo e la passione del neofita il velo di ignoranza ed ipocrisia che per un secolo ha impedito di comprendere la reale dinamica degli eventi. Approfondite ed ultradecennali ricerche negli archivi romani dell'U.S.S.M.E. ( l'Ufficio storico dello Stato maggiore dell'Esercito, ndr ), lo studio della memorialistica delle due parti, nonché il puntuale e costante raffronto tra le fonti diaristiche austriache ed italiane, sono alla base della dettagliata ricostruzione che accompagna il lettore attraverso le varie fasi di una "sconfitta annunciata"».

Nel novembre 1917, nel pieno della ritirata del Regio Esercito dalla Valsugana e dal Lagorai conseguente alla rotta di Caporetto, il comando italiano decise di chiudere il passo alle truppe asburgiche in avanzata realizzando uno sbarramento a Valstagna, alla Grottella.
Per averne il tempo, a monte della "stretta" di San Marino, fu costruito uno "sbarramento avanzato" mentre i soldati, con il traino del materiale e la popolazione civile, discendevano il corso del Brenta, in attesa che gli alpini della 52ª divisione raggiungessero Valstagna.

Le difese, aggrappate ai fianchi della valle, comprendevano i tunnel ferroviari "del Termine" e "della Lupa", trincee e reticolati. All'alba del 15 novembre, contro le posizioni tenute dagli alpini del Battaglione Tirano si infransero i primi attacchi austriaci e non furono pochi gli episodi nei quali i difensori si distinsero per valore e coraggio. Ciò nonostante, la sera del 23 novembre lo sbarramento di San Marino cadde in mano austriaca, nello stupore degli alti comandi italiani, mentre il comando asburgico registrava la cattura di 456 soldati, tra cui 12 ufficiali (8 furono i morti e 52 i feriti), ma anche la perdita di oltre 140 combattenti imperiali fra morti e feriti.

La Commissione d'inchiesta italiana che ne seguì si concluse attribuendo la conquista austriaca ad un'abile manovra di aggiramento effettuata dall'alto, calando dalle rocce sovrastanti; una versione - sottolinea ancora Girotto - che «permise bene o male di porre una pietra tombale sulla sconfitta, e sulle sue vittime, senza intaccare il prestigio del regio esercito e, soprattutto, senza mettere in discussione tattiche e strategia dei suoi condottieri». A chiarire oggi quanto accadde ci ha pensato l'autore del libro, basato sui documenti frutto di accurate ricerche, attraverso una narrazione dettagliata corredata di immagini d'epoca. Non solo lo studio originale di un episodio a noi vicino della Grande guerra, ma anche un racconto avvincente e ben scritto.

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