Cacciari e Riccardi fra religione e scienza le «lectio» al Muse

Parte con una sorta di numero zero, ma con l’ambizione di diventare un festival stabile nel già ricco panorama dell’offerta culturale trentina. «Oltre la secolarizzazione» è la due giorni di confronti, dialoghi e lectio magistralis sul tema della religione e della spiritualità organizzato dalla diocesi tramite l’Istituto superiore di scienze religiose Romano Guardini di Trento e dalle Edizioni Dehoniane di Bologna. Si parte venerdì 23 ottobre alle 18.00 al Muse con due lectio magistralis: il filosofo Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, interverrà sul tema dell’identità europea e Andrea Riccardi, storico della chiesa e ministro della cooperazione nel governo Monti, metterà a fuoco il rapporto tra Europa e Cristianesimo.

Sabato 24 due tavole rotonde al mattino al Buonconsiglio: sulla post-secolarizzazione («Il ritorno del Dio respinto»), con il confronto tra affermati sociologi e ricercatori, e su come ripensare la comunità al di là della logica degli interessi (con esponenti del mondo accademico, religioso e associazionistico cattolico).

Questa prima edizione, che sarà possibile seguire in presenza (posti limitati, necessaria la prenotazione gratuita) e a distanza (streaming sui canali YouTube della Diocesi e delle Edizioni Dehoniane), è intitolata «Fra disincanti e nuovi incanti».

«Il disincanto – ha spiegato nella conferenza stampa di presentazione don Andrea Decarli, delegato diocesano per la cultura – nasce dall’abbandono di quei falsi idoli che hanno fatto da motore alla secolarizzazione, mentre i nuovi, positivi incanti sono il risveglio del senso di comunità, del sentimento religioso». «Il processo di secolarizzazione – aggiunge don Stefano Zeni, direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose – sembrava irreversibile. Invece ci sono segnali di ripresa della religione, ancora più forti di fronte alla pandemia attuale, che apre interrogativi nuovi cui non possiamo dare risposte vecchie».

Un sentimento religioso che negli ultimi decenni non è scomparso ma si è trasformato in qualcosa di soggettivo, più privato, personale e che si spera possa recuperare una dimensione più comunitaria. Temi che la recentissima enciclica «Fratelli tutti» di Papa Francesco ha reso ancora più attuali e dirompenti. Non una religione fai da te e su misura, insomma, ma un vivere i valori cristiani in ottica comunitaria. Nelle prossime edizioni si aprirà il festival anche alle altre religioni. Quest’anno, per le limitazioni anti-Covid, mancherà un po’ la dimensione del vero festival, l’anima più popolare, ma nelle intenzioni degli organizzatori c’è la volontà di realizzare non una serie di incontri di nicchia, per esperti, ma un momento di confronto per tutta la città, sulle sfide del futuro: le relazioni all’interno delle famiglie, lo smart working istituzionalizzato, il rapporto con la fede, il dialogo interreligioso.

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