Back to Uk, Rolling Stones sbancano a Londra

Alla fine ne resterà solo uno. O forse quattro. I Rolling Stones tornano a Londra dopo un lustro, per un doppio concerto al London Stadium capace di assommare - a conti fatti e dopo la performance di ieri sera - un'audience ben oltre le 150.000 persone. E davanti al pubblico di casa, tornano a dare il meglio di quanto ancora oggi riescono a dare: il suono unico e inimitabile di una leggenda, l'arte da consumati e mai domi animali da palcoscenico, l'aura da 'highlander' del rock. Spetterà ai professorini della critica musicale valutare quanto i tempi degli assolo di chitarra siano meno esatti del passato. Agli altri, decine di migliaia di fan di ogni età, dagli sbarbatelli ai nonni e alle nonne, basta e avanza godersi lo spettacolo colorato di quattro ragazzi di 70 e più anni - Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts e Ronnie Wood, per chi pretendesse di farsene rinfrescare i nomi - in grado di reggere la scena dopo più di mezzo secolo di musica. Alla grande. E con la sola concessione all'età di un sorriso ironico stampato sul volto, a tratti svagato, conferma della (relativa) rilassatezza subentrata agli eccessi dei decenni ruggenti. Sia come sia, l'entusiasmo della platea londinese, la loro platea, è assoluto. Il coinvolgimento totale, attraverso le voci, le movenze e le tshirt della mezza dozzina di generazioni presenti. Una a fianco all'altra e senza grandi disarmonie. La playlist scelta per la serata - come per tutti i concerti del No Filter Tour 2017-2018, iniziato l'anno scorso ad Amburgo e pronto a proseguire in estate a Berlino, a Marsiglia fino a Praga e Varsavia, dopo la ripresa britannica di questo mese di maggio - resta nella confort zone della band delle band: si apre con 'Sympathy For the Devil', si chiude con una versione tradizionale di '(I Can't Get No) Satisfaction' urlata a squarciagola da decine di migliaia di ugole e che nessuno oserebbe dire composta nel 1965. Tre anni prima di quel '68 del quale in questi mesi si commemora il mezzo secolo. In mezzo lo show di un Jagger che continua a dimenarsi da par suo sfidando qua e là le leggi di natura sulle giunture; l'espressione sardonica e soddisfatta di Richards; la vitalità di Wood (neo papà settantenne); e l'olimpico distacco di Watts, che continua a timbrare il cartellino dietro la batteria. Con loro, il solito grande team di musicisti 'ospiti' fra cui spicca il basso di Darryl Jones, presenza fissa nei tour degli Stones dal ritiro di Bill Wyman nel '93, come pure la new entry Sasha Allen: vocalist di talento, anche lei afroamericana, che diventa protagonista nel duetto con Jagger di 'Gimme Shelter'. E poi la sorpresa della serata londinese. Se il 22 maggio era toccato a Liam Gallagher, ieri l'onore di cantare in coppia con sir Mick è andato alla rossa Florence Welsh, 31enne frontwoman dei Florence and the Machine, esibitasi in una versione a due voci di 'Wild Horses' suadente e da brividi. Alla fine i fuochi d'artificio illuminano il cielo sopra il parco olimpico intitolato alla regina Elisabetta a mo' di saluto. Ma è un arrivederci, sia ben chiaro. I 4 'immortali' ridanno appuntamento già per il 19 giugno, a Twickenham.

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