Itinerari Folk: il bilancio della 31°edizione della rassegna nell'intervista a Mauro Odorizzi

di Fabio De Santi

Con l’evento dedicato a Fabrizio De Andrè è andata in archivio la 31°edizione di Itinerari Folk la rassegna, organizzata dal Centro Servizi Culturali S.Chiara,  dedicata ai suoni del mondo diventata una delle più longeve dell’estate musicale trentina. Una serie di concerti raccolti sotto un titolo come “Le famiglie del folk” che hanno portato a Trento artisti da ogni parte del globo destando, come ci racconta in questa intervista il consulente artistico della rassegna Mauro Odorizzi.

Odorizzi, quale bilancio per Itinerari Folk?

“Per chi ha il compito di costruire un programma di concerti, il bilancio più importante arriva sempre nel momento in cui presenti pubblicamente il tuo lavoro, ne spieghi il senso, i significati, le storie e i valori che le musiche e i musicisti rappresentano. La speranza è quella di far sorgere nel pubblico la curiosità di scoprire qualcosa che non si conosce oppure anche di risentire ciò che già si apprezza e ci provoca gioia ed emozioni. Anche per me la fase più stimolante è proprio quella in cui riesco a definire i musicisti giusti per quell'edizione, come fossero i colori di un quadro, che poi guardo con soddisfazione, più o meno grande a seconda dei casi. Le persone che scelgono di venire ad Itinerari folk esprimono un'attenzione e direi anche un gusto che si percepisce subito, gli stessi musicisti se ne accorgono e lo sottolineano con soddisfazione”.

Per lei immagino una soddisfazione.

“Ho raccolto tante espressioni spontanee d’ apprezzamento e gratitudine e non nego che per chi organizza sia un aspetto importante e piacevole, quindi sia per la fase di programmazione che per l'andamento dei concerti credo sia stata un'annata positiva di conferma e riconoscimento della qualità della rassegna”.

La risposta del pubblico, ricordiamo eventi a pagamento ad una quota davvero simbolica, l'ha soddisfatta?

“Dati alla mano la risposta in termini di presenze da parte del pubblico è buona e Itinerari folk si distingue nel panorama locale per una frequentazione consistente e costante per tutta la durata della manifestazione. Quest'anno abbiamo migliorato, rispetto agli ultimi due anni, con una media di circa 260 presenze a serata, per un totale di oltre 2600 persone che hanno preso parte ai dieci concerti, nove a pagamento e uno gratuito. Credo ci sia un potenziale di miglioramento significativo, ma per arrivare ad altre fette di pubblico bisogna pensare ad alimentare la proposta durante tutto l'anno e spingere nella comunicazione, nella documentazione e nei social media”.

Qual’è il gruppo che più'ha sorpresa? E quello capace appunto di catturare l'interesse della platea?

“La vera novità di quest'anno sono stati gli Extraliscio, che considero una delle proposte più originali e di qualità in Italia in questo momento. Uno spettacolo che coniuga veramente divertimento e buona musica: popolare nel vero senso del termine. Gli ho rivisti ai primi di agosto a Gatteo nel festival Folkint, in una serata dove hanno duettato con Tonino Carotone, in una versione di Romagna mia con intro punk. Mi ha sorpreso la grande affluenza per il canto armonico di Tuva dei Huun-Huur-Tu anche maggiore rispetto ai concerti di Riccardo Tesi (Samurai) e di Beppe Gambetta , dedicato a De Andrè che hanno confermato le loro qualità con due live di grande livello artistico”.

Quest'anno il festival si è rivolto alle famiglie del folk e sul prossimo cosa può antcipare?

“Il tema delle famiglie folk è stato stimolante e mi ha dato l'opportunità di raccogliere un'infinità di idee prestava a varie declinazioni. Ho dovuto fare molte scelte anche dolorose, perchè ad esempio non sono riuscito a trovare l'opportunità e la location adatta per una serata dedicata all'area tirolese e sudtirolese dove la prassi della musica in famiglia è ancora molto diffusa e sentita e dove in alcuni casi, musicisti come Herbert Pixner riescono a travalicare qualsiasi steccato di genere. Per la prossima edizione non saprei dire cosa succederà anche se ci sono già delle idee per il 2019”.

 

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