Nick Petricci, «Escapes» le fughe musicali solo strumentali

di Fabio De Santi

Una via di fuga, in questo caso attraverso la musica, dalla realtà che ci è stata imposta negli ultimi mesi. E’ quella cercata da Nick Petricci nei sei brani strumentali di Escapes il suo primo cd, disponibile in digitale sulle piattaforme online, nelle vesti di solista. Nick Petricci è uno strumentista di Riva del Garda, diplomato in Conservatorio, che da diversi anni suona la batteria nella band italo-brasiliana dei Jambow Jane e da poco la chitarra con la formazione bolzanina “Isole Minori”.

Molti musicisti trentini, non avendo più l’opportunità di suonare dal vivo, hanno investito le settimane di quarantena nelle sette note e in particolare nella registrazione di canzoni. Petricci ha puntato su un progetto di musica strumentale, che lascia all’ascoltatore la possibilità di abbandonare la situazione attuale per perdersi in infinite realtà. Una di queste, immaginata da Nick, consiste in un viaggio in treno, senza destinazione apparente e si concretizza in sei brani, dove ogni brano rappresenta una fermata ferroviaria.

«Nel corso degli anni – racconta - mi sono portato dietro un bagaglio enorme di idee, motivi, temi musicali che non ero riuscito a concretizzare poiché adoro lavorare con le persone e non trovavo mai il momento giusto per concentrarmi sulle mie idee. Escapes è una raccolta di alcune di queste, che ho cercato di collegare tra di loro per creare un elemento comune, un concept che potesse accompagnare l’intero album».

Fra le composizioni più ispirate dell’Ep c’è “Jungle” che ha le sue radici nel 2013: «Inizialmente avevo strutturato questa traccia come semplice brano da un minuto con chitarra e percussioni, successivamente ho inserito elementi elettronici e in questo cd è diventata una vera e propria canzone tripartita». Sulla scelta di puntare sulla musica strumentale Petricci racconta: «Ultimamente, ascoltando diverse nuove produzioni, sento chiaramente che le parti vocali e le liriche vengono messe molto in risalto: mi sembra che gli strumenti spesso vengano trascurati da chi produce e da chi poi ascolta. Uno dei messaggi che ho cercato di trasmettere in questo lavoro è quello che gli strumenti hanno a loro volta una voce, sanno trasmettere emozioni, possono farci ballare, spiegare concetti e il mio intento è continuare a dar loro valore».

Per quanto riguarda il futuro Nick Petricci sembra avere le idee chiare: «Registrare e pubblicare questo Ep ha rimosso da me parecchia timidezza e mi piacerebbe continuare su questa strada, adoro ascoltare le colonne sonore dei film e chissà se un giorno avrò l’occasione di comporne una. Appena possibile riprenderò a fare quello che faccio da sempre: suonare con le persone che mi stanno accanto, devo molto alla splendida rock - family dei Jambow Jane che mi hanno sempre fatto sentire uno di loro».

comments powered by Disqus