Alle Lochere un viaggio nel mondo di Francesco Guccini con la suberband dei Musici

Il pubblico trentino non si è accorto dell'approdo nelle nostre lande di un gruppo di strumentisti coi fiocchi come quello dei Musici di Francesco Guccini. Poco più di un centinaio infatti gli spettatori che si sono persi sabato sera nello spazio dell'Arena alle Lochere di Caldonazzo. Colpa, forse, della paura per il Covid o magari della prima serata freddina, ma il segnale non è certo confortante per chi, coraggiosamente diciamolo, in questi tempi, prova ancora a proporre  appuntamenti live. Oltre queste, doverose, riflessioni è andato in archivio un concerto in cui i Musici (qui nella foto di Fabrizio Cucchiaro) hanno messo in evidenza tutta la perizia maturata nel tempo, per la maggior parte di loro al fianco del cantautore emiliano.
 
 
Gran cerimoniere dello spettacolo, con la presentazione dei brani del Maestrone (come viene chiamato affettuosamente dai fan Guccini) il chitarrista e cantante Juan Carlos “Flaco“ Biondini supportato, sul fronte della “terza età”, i tre gigioneggiano e ci scherzano su, da un  fuoriclasse del sax come Antonio Marangolo e dal pianista e noto compositore Vince Tempera accanto ai più giovani Enzo Frassi e  Stefano Peretto. La scaletta in un'ora e mezza abbondante di live mette in fila alcune delle perle della produzione gucciniana dalla toccante “Incontro” a “Autogrill” e  “Vedi cara” fino a quella “Locomotiva” più che mai da lanciare verso le ingiustizie del nostro presente. Fra i momenti più intensi, oltre alla “Canzone della bambina portoghese”,  quelli legati a “Cyrano”, “Il vecchio e il bambino”, una dilatata versione di "Asia", “L'avvelenata” e nel bis a quella “Dio è morto” che getta un ponte di note verso i Nomadi che un paio di settimane fa avevano calcato il palco delle Lochere.


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