È morta Juliette Gréco icona della musica francese

L’icona della canzone francese, Juliette Gréco, è morta oggi all’età di 93 anni, nella sua tanto casa di Ramatuelle, in Provenza.

«Juliette Gréco si è spenta questo mercoledì 23 settembre 2020, circondata dai suoi nella amatissima casa di Ramatuelle.
La sua è stata una vita fuori dal comune», si legge nel testo trasmesso alla grande agenzia di stampa francese.

Era nata il 7 febbraio 1927 a Montpellier, nel sud della Francia.

Cantante e attrice è un'icona del periodo esistenzialista parigino.

A vent'anni faceva la cantante nei caffè parigini di Saint-Germain-des-Prés. In quell'epoca, a fine anni '40, incontro il trombettista Miles Davis, che era in tour con la sua band: ne nacque una relazione breve ma intensa, coltivata poi a distanza in forma di amicizia.

Juliette Greco ha eseguito brani basati su testi di autori quali Raymond Queneau, Jean-Paul Sartre, Jacques Prévert.

Si è sposata tre volte: con l'attore Philippe Lemaire (1953-1956; da cui ha avuto una figlia, Laurence-Marie Lemaire, con l'attore Michel Piccoli (1966-1977) e col pianista Gérard Jouannest (dal 1988 al 2018, anno della sua morte). 

Come attrice si avvicina al cinema in veste di icona dell'esistenzialismo  (Sartre era suo amico), in ruoli simbolici e in opere di autori come J. Cocteau (Orfeo, 1950) e J. Renoir (Eliana e gli uomini, 1956).

Nonostante l'indubbio carisma e la forte fisicità non riesce a imporsi sul grande schermo, e neppure la relazione con il tycoon di Hollywood D. Zanuck riesce ad aprirle le porte della settima arte. Interpreta dignitosamente film come Il sole sorgerà ancora (1957) di H. King, Bonjour tristesse (1958) di O. Preminger e Dramma nello specchio (1960) di R. Fleischer. È invece la celeberrima serie televisiva francese Belfagor (1965) a far conoscere il suo charme nel ruolo particolarmente inquietante e suggestivo di Laurence. La notorietà internazionale di questo personaggio le regala anche un cammeo nel rifacimento cinematografico, Belfagor, il fantasma del Louvre (2001) di J.-P. Salomé.


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