Tommasini, amori complessi Il musicista arcense lancia un nuovo Ep, «Kindred Spirit»

di Fabio De Santi

Nuovo Ep, intitolato Kindred Spirit , per Daniele Tommasini . È uscito infatti per la label trentina Wires Records quello che è il secondo capitolo di una trilogia nata con «The Art of Waiting», frutto di idee concepite poi accantonate e quindi rielaborate dal musicista nel corso degli ultimi cinque anni. 

Come il suo predecessore, Kindred Spirit, attraverso sei composizioni, offre un percorso di suoni mossi a costruire immagini e memorie. Sono ballate che raccontano di un'anima gemella, canzoni d'amore in forma elettronica dotate di complessità e leggerezza. Quelle che si trovano in questo lavoro da «Come Together» e «Dark Fantasy» a «The light inside is broken but i still work» sono ballate che raccontano di un'anima gemella, canzoni d'amore in forma sottilmente elettronica dotate di tante sfaccettature, ma tenute insieme con levità. Daniele Tommasini, arcense di origini, si dichiara «troppo impaziente per imparare a suonare bene uno strumento».

La necessità ha fatto sì che conoscesse Ableton (software per produrre musica), diventato a tutti gli effetti il suo strumento. «Sono da sempre innamorato del suono e delle parole, su tutte quelle di Nick Cave, - racconta - ma il momento in cui la musica si è fatta urgenza è stato subito dopo aver ascoltato il Bbc Essential Mix di Nicolas Jaar, e da lì capire con coraggio che i confini musicali non sono mai inviolabili laddove c'è sincerità». Urgenza e necessità si avvertono anche nel suo primo lavoro, «The Art of Waiting», pubblicato nel 2019, da cui inizia una trilogia che prosegue appunto con il più intimo «Kindred Spirit», grazie a Giacomo Oberti e Wires Records e che avrà in «All the rage vanished in a big laugh» il suo futuro terzo capitolo. 

«Da amante e curioso della musica - sottolinea Tommasini - sono sempre stato devoto a quei lavori compatti, coerenti, capaci di raccontare una storia solida e completa attraverso ogni minimo dettaglio, non solo di suono ma anche di ordine. La funzionalità del contenuto legata alla sua organizzazione». 
Il musicista trentino non può quindi negare come questo sia sempre il punto d'arrivo di ogni suo progetto, e Kindred Spirit non fa eccezione. «A pensarci, l'azione più ricorrente di questo disco è anche inconscia: provocare tensione per creare rilascio, spazio. Il mantra iniziale di Come together, il vortice di All in Once, il lato scomodo e oscuro di Dark Fantasy, la goccia che scava la pietra in Sleep on Me, la nostalgia di Let it Go e la liberazione, la mia, in The Light Inside Is Broken But I Still Work. Sono tutte immagini sonore perché è così che vedo, penso e parlo di musica. Piramidi sonore. Lo scopo è riuscire a creare la stessa immagine ogni volta, togliendo qualcosa».

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