Con Latella una «nuova» Aminta in scena al Sociale

Primo appuntamento stagionale con le «Altre Tendenze» del Centro S. Chiara, rassegna organizzata con la consulenza artistica di Marco Bernardi e dedicata alle nuove proposte più sperimentali della scena teatrale nazionale.

Martedì 15 gennaio, alle ore 20.30, il Teatro Sociale di Trento ospiterà l’ultimo lavoro del regista campano Antonio Latella: Aminta, celebre opera del poeta rinascimentale Torquato Tasso. Lo spettacolo è prodotto dalla compagnia stabilemobile, in collaborazione con Amat e i Comuni di Macerata e Esanatoglia. La drammaturgia è di Linda Dalisi, sul palco saliranno Michelangelo Dalisi, Emanuele Turetta, Matilde Vigna e Giuliana Bianca Vigogna.
Dopo aver messo in scena «Moby Dick», «La metamorfosi», «Pinocchio» e «Don Chisciotte», il regista 51enne Antonio Latella - direttore del Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia - ha scelto di confrontarsi con Tasso e la grandezza dei suoi versi.

L’opera composta dal celebre autore italiano nel 1573, è un dramma pastorale che racconta le vicende del pastore Aminta e del suo amore per la ninfa Silvia. Un testo che rivela la compresenza di due forze: la spregiudicata ricerca di innovazione linguistica e la tensione verso un classicismo da reinterpretare. Al suo interno è possibile ritrovare temi quali l’ambiente cortigiano, la censura, la lotta tra regola e natura, e l’attenzione alle questioni teoriche legate alla letteratura e alla poesia, che hanno permesso all’opera di avere uno straordinario successo nazionale e internazionale. Con quest’opera, infatti, Tasso partecipò ad una importante trasformazione dello spazio teatrale e dell’immaginario sociale del suo tempo.

Nell’adattamento diretto dal regista campano, la cui scrittura drammaturgica è stata affidata a Linda Dalisi, il confronto con il rigore del verso di Tasso è diventato lo stimolo creativo, con la musica a fare da motore verso una ricerca in cui non è l’Amore in quanto scoperta il punto centrale, bensì la forma che esso assume in ogni essere umano. «Rileggendo oggi l’Aminta non si può fare a meno di trovarvi qualcosa di contemporaneo - osserva Latella in un’intervista su corriereadriatico.it -. Trovo interessante questo testo, proprio oggi che i giovani, con il loro linguaggio sincopato e rap, in fondo si esprimono in versi».

L’«Aminta» di Latella ha debuttato lo scorso 8 e 9 novembre a Macerata, riscuotendo grande attenzione della critica. «L’operazione che compie Latella nella sua rilettura dell’"Aminta" è di impossessarsi totalmente del testo, pur restando fedelissimo ai versi - scrive Fabrizio Coscia su ilmattino.it - il regista, infatti, scioglie le ambiguità di fondo di questa "favola boschereccia" composta nel 1573 per la corte estense, che sembra muoversi in due direzioni: da un lato il vagheggiamento della vita semplice lontana dai rituali del mondo cortigiano, dall’altro l’idealizzazione di quella stessa corte».

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