Lavoro e migrazioni, a Faver va in scena Pino Petruzzelli: il mondo visto dalla vigna

Il festival Contavalle propone stasera, 8 agosto, in occasione della Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, a Faver, in piazza della chiesa, alle 21, il noto attore e regista Pino Petruzzelli in "Io sono il mio lavoro. Storie di uomini e di vini" (Teatro Ipotesi di Genova).

Sarà l'eento spartiacque dell’intera manifestazione (1-23 agosto), nella giornata in cui il festival commemora a Faver, paese simbolo della locale emigrazione verso il Belgio e le sue miniere di carbone.

La messa in scena è un grande affresco della storia d’Italia, dagli anni 30 ad oggi, visto attraverso gli occhi di chi lavora la terra. Dionigi, il protagonista dello spettacolo, è chiamato a ritirare un premio per un suo vino. Nell’ora che lo separa della cerimonia ripercorre le tappe della sua vita in una sorta di “Posto delle fragole” bergmaniano. E’ il racconto di un piccolo produttore. Piccolo ma straordinario. Il racconto delle sue lotte per arrivare a produrre un vino da sogno.

Utopico, forse. Un vino in cui passato e presente, tradizione e modernità si fondono dando vita a un vino da premiare. Un vino capace di racchiudere in sé memoria di piccola e grande Storia. Il vino di Dionigi racconta della civiltà che lo ha prodotto e per questo rimanda, attraverso profumi e sentori, alla sacralità del vino. Ovvero la natura unita al lavoro dell’uomo. La straordinaria epopea di Dionigi si muove tra la grandine di agosto e la siccità, tra una burocrazia asfissiante e declivi da dissodare, tra i richiami di un posto fisso in una qualche industria cittadina e muretti a secco da rimettere in piedi. In questo mare il nostro Dionigi sa bene che la sua sopravvivenza risiede nell’essere insieme contadino, imprenditore e anche un po’ artista.

Lo spettacolo diviene così un affresco sul valore etico del lavoro. Un’etica da tramandare alle future generazioni come la più preziosa delle eredità, perché il lavoro ben fatto, oggi come ieri e come domani è sempre frutto di un forte legame tra generazioni. “Per fare un buon vino ci vogliono almeno il cinquanta per cento di vigneti vecchi.” Conclude Dionigi con saggezza. 

“Dionigi è un vignaiolo. Dionigi non separa il lavoro dalla vita. Per lui vigna e vite sono fuse insieme, in un rapporto d’amore. E l’amore non divide ma unisce. Ci sono lavori che non possono prescindere dall’amore, molto diversi da quelli dello sciame inquieto di consumatori che popola le nostre strade. Così, il vino di Dionigi, prima che di mandorla e liquirizia, sa di fatica, sudore, storia e voglia di resistere e di amare, malgrado tutto.” 

In caso di pioggia lo spettacolo si terrà nella palestra di Faver, Altavalle.

Contavalle è un festival che nasce principalmente per creare connessioni e occasioni di dialogo con quelle realtà che fanno del teatro, del racconto e dell’arte in genere strumenti per lottare contro il dissolvimento della propria comunità paesana.

La rete di associazioni e paesi che Contavalle si propone di tessere, oltre a rappresentare un’occasione rara di confronto e scambio fra le esperienze e i metodi del teatro povero, civile, partecipato e dell’auto-dramma, offrirà a tutti i partecipanti importanti occasioni di riflessione sull’Italia dei piccoli centri, sulle loro strategie di resilienza, sulle buone pratiche legate alla gestione della loro cultura e della loro economia.

Il Festival Contavalle è un progetto culturale che riprende e amplia alcuni percorsi già attivati da anni nel territorio dell’alta val di Cembra, in particolare nel comune di Altavalle, nato dalla fusione tra i paesi di Grauno, Grumes, Faver e Valda. È uno strumento offerto alla società civile per creare occasioni di confronto pubblico e discutere attivamente delle necessità riguardanti i piccoli centri di montagna. Un confronto che prende vita nelle forme del teatro partecipato, civile e di comunità. 

Il Festival Contavalle ha vinto nel 2018 il premio internazionale Cittaslow

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