Gli artisti denunciano l'assenza di attenzione sulla loro crisi

di Fabio De Santi

«Chiediamo che vengano revocati i contributi per la cultura e lo spettacolo per il biennio 2020/2021 assegnati a tutti i soggetti che non sono professionisti e non sono imprese (come nel caso delle associazioni culturali) utilizzati per acquistare spettacoli da fuori provincia o per produzioni hobbistiche, e siano, di conseguenza, impiegati per sostenere le attività dei professionisti e delle imprese trentine del settore».

È questa una delle richiestei, destinata inevitabilmente a far discutere, che arriva da alcuni rappresentanti del settore dello spettacolo professionale in Trentino, riuniti nei giorni scorsi in meeting, sotto la sigla di "Ripartenza Spettacolo Trentino". Fra i nomi di spicco di questa iniziativa ci sono anche Enzo Di Gregorio, Agostino Carollo , Matteo Molinari e Stefano Nucida, fermi anche loro, come tutti i loro colleghi, dal 23 febbraio e intenzionati a far sentire la loro voce: «Per affrontare questa drammatica situazione nell'interesse di tutti gli artisti professionisti, imprenditori, tecnici, maestranze del nostro campo in Trentino, abbiamo discusso della necessità di ripartire al più presto con nuove regole, simili a quelle di bar e ristoranti, perché crediamo che tutti abbiano il diritto di lavorare». Nel mirino di "Ripartenza Spettacolo Trentino" alcune mosse delle istituzioni: «Abbiamo saputo che in Provincia sono stati fatti incontri e tavole rotonde con associazioni culturali ed enti vari, ma nessuno di noi professionisti e imprese del settore è stato mai convocato. Dallo stop del 23 febbraio siamo stati dimenticati dalle istituzioni che ci hanno obbligato a interrompere il nostro lavoro.

Ad esempio il Centro S. Chiara non ci ha proposto nulla né i suoi rappresentanti si sono mai fatti sentire. Siamo tutti fermi senza alcuna prospettiva, senza cassa integrazione e senza alcun sussidio: a questo si aggiunge che la ripartenza del nostro settore non è stata prevista nemmeno nell'ordinanza del 16 maggio». Per andare sul pratico la richiesta è quella di ripartire con gli eventi all'aperto dal 1 giugno: «I primi spettacoli saranno ovviamente destinati ad un numero limitato di persone, con posti a sedere opportunamente distanziati. In questo frangente è quasi impossibile trovare sponsor privati per la realizzazione degli spettacoli e vista la riduzione del pubblico di circa il 50% imposta dalla nuove regole chiediamo quindi che la Provincia, i Comuni, gli enti pubblici, il Centro S: Chiara, Trentino Marketing, le Apt del Trentino ma anche le istituzioni come Fondazione Caritro e la Camera di Commercio, per il biennio 2020/2021 acquistino esclusivamente produzioni, spettacoli e servizi relativi, solo dalle imprese trentine e dai professionisti trentini del settore. Nello stesso tempo vogliamo che i soggetti citati si impegnino a collaborare economicamente alla realizzazione degli spettacoli e delle produzioni degli stessi». L'auspicio di "Ripartenza Spettacolo Trentino" ora è quello di ottenere attenzione dai rappresentanti delle istituzioni chiamate in causa e in particolare dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti , dall'assessore alla cultura Mirko Bisesti e dal vertice del Centro S. Chiara, Sergio Divina e Francesco Nardelli

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