Rocco Schiavone: ritorno del burbero, nuovi episodi il 17 marzo. Giallini: «Per me è come un fumetto»

Anticonformista, burbero, cinico, sarcastico «Rocco Schiavone» ritorna in azione da mercoledì 17 marzo su Rai2 con due nuovi episodi - quarta stagione - tratti dai romanzi gialli di Antonio Manzini.

Si parte con «Rien ne va plus» per proseguire il 27 con «Ah l'amore, l'amore».

Protagonista del suo alter ego Marco Giallini, vicequestore trasferito suo malgrado da Roma nell'odiata Aosta. Nella serie cult - prodotta da Rai Fiction e Cross Productions - ritroviamo anche Valeria Solarino e Lorenza Indovina.

L'attore romano che ribadisce, «Mi guardo allo specchio e sono Rocco Schiavone» si definisce anche romantico e, al contrario del suo personaggio le Clarks, che non toglie neppure quando è in montagna o in mezzo alla neve, le ha calzate solo qualche volta da ragazzo «con dei pantaloni di velluto a coste e a petto nudo quando andavo a fare gli auguri di Natale».

E osserva: «Schiavone continuo a percepirlo come una sorta di fumetto, un Tex Willer realizzato dai vari disegnatori, che in questo caso sono i registi che mi hanno diretto nei sedici episodi che ho fatto».

Così tra il serio e il faceto, tra battute in romanesco e risate, Giallini si è raccontato con ironia.Come si concilia questo suo Rocco Schiavone molto romantico nei due nuovi film, con il suo essere ruvido?

«A prescindere da Rocco, ci ho pensato tante volte anche nella mia vita. Probabilmente è una modalità per affrontare il fatto di essere così languido e tenero: siccome sono un romanticone credo sia una reazione al retaggio culturale da dove si proviene: io mi metto a piangere se sento un brano»Come attore piace sempre di più...«Per chi, come me, lavora da tanto tempo è una bella soddisfazione perché la gavetta è stata lunga.

Ho iniziato con il teatro e poi è arrivato il cinema. Ma la prima passione è stata la musica, mi vanto di essere un profondo conoscitore di rock. Poi, mi sono accorto che ero bravo a esprimere i sentimenti. La penso come Marcello Mastroianni quando diceva che gli attori sprecano la vita a essere famosi e quando lo diventano si mettono gli occhiali scuri per non farsi riconoscere».

Chi è oggi Marco Giallini?

«Uno che non ha inseguito il successo e, soprattutto, non si è mai preso sul serio. Mi sento libero. Ci sono degli attori che hanno più talento di me, ma che non sono altrettanto indipendenti come il sottoscritto» (e ride...)

L'esperienza su Raitre con Giorgio Panariello nello show "Lui è peggio di me" l'ha cambiata? E' stata positiva nonostante gli ascolti che non vi hanno premiato?

«Premesso che ho fatto 70 film, fra un po' più di Sordi e ci mancherebbe pure che un programma mi modifichi o che mi percepiscano solo come Schiavone perché è televisivo - anche se rimane una delle cose più belle che abbia mai fatto e ne vado fiero - Riguardo agli ascolti: la puntata la rivedevo su Raiplay il giorno dopo perché il giovedì sera giocava la Roma: stasera (ieri per chi legge, ndr) c'è la 'Magggica' e, secondo te, che me vedo? Ma chi te premia? Qui non te premia nessuno a Manue..e daglie..' Penso che sia stato così anche per tanti che seguono il calcio. A me hanno dato nove candidature al David di Donatello ma niente premio. Per fortuna ho ricevuto tre Nastri d'Argento. L'avventura con Giorgio è andata benissimo perché devo stare con persone con le quali mi trovo a meraviglia, altrimenti che c... me frega a me?».

Comico e graffiante come il «Terribile» nella serie tv «Romanzo criminale» o sarcastico come Rocco Schiavone?«Non si possono fare paragoni: "Terribile" lo dice la parola stessa. Però, ricordo che avevo preso con la moto una macchina in pieno a 170Km orari ed era proprio nel personaggio questo mio essere tutto ricucito da testa a piedi ma il sarcasmo e la bontà di Schiavone tutta la vita».

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