Aiuti per la prima casa: soldi agli sgoccioli

di Angelo Conte

Sono ormai arrivate quasi a 1.000, il limite massimo finanziabile con i 15 milioni di euro, le domande presentate alla Provincia fino all’altro ieri per provare a ottenere i 15.000 euro di fondo perduto. Più nel dettaglio, il dato fino a martedì era pari a 950 domande circa. Si tratta di una media di circa 160 domande al mese dall’apertura delle stesse avvenuta lo scorso 2 maggio. Dopo una riduzione del ritmo delle domande nella fase centrale dell’estate, ora l’accesso al Servizio edilizia, sia di persona sia telefonicamente, è quotidiano. In totale la Provincia ha messo a disposizione 15 milioni di euro per poter finanziare in totale 1.000 domande. Anche quelle che arriveranno dopo il limite delle 1.000 potrebbero essere accolte, perché la verifica di quelle presentate prima di arrivare alla cifra massima finanziabile, potrebbero essere scartate perché non corrispondenti alle condizioni presenti nel bando.

LE REGOLE PER L’ACCESSO

Chi ha diritto all’aiuto? Hanno diritto le persone fisiche residenti in Trentino di età non superiore ai 55 anni, che hanno acquistato a partire dal 1 gennaio 2018 la prima casa di abitazione ad un prezzo di almeno 75 mila euro. Al fine di accedere a questo strumento il richiedente dovrà avere una posizione pensionistica complementare attiva presso un fondo pensione complementare. I beneficiari dovranno versare nei dieci anni successivi a quello di concessione del contributo un importo minimo di 300 euro annui in favore della propria previdenza complementare.
Il contributo ammonta a complessivi 15 mila euro dei quali una quota pari a 2.500 euro sarà versata sulla posizione pensionistica. Le domande possono essere presentate fino al 31 dicembre 2018 e vengono esaminate in ordine cronologico fino ad esaurimento delle risorse disponibili.

IL BOOM DI COMPRAVENDITE

Le quasi 1.000 domande presentate fino a martedì sono lo specchio del recupero, almeno nel numero, dell’acquisto di case in Trentino. Sono infatti riprese con forza le compravendite immobiliari nei primi otto mesi del 2018, quando il numero di atti di compravendita è aumentato di quasi il 18% rispetto allo stesso periodo del 2017, passando ad un totale di 3.623 compravendite tra gennaio e agosto 2018 (negli stessi mesi del 2017 erano 3.071). Nonostante questo nuovo impulso del settore immobiliare, i valori di compravendita sono piuttosto bassi: in Trentino la «forbice» varia da un minimo di 80.000 ad un massimo di 200.000 euro. Se il passato è stato contrassegnato da una buona fiducia nel mercato immobiliare, secondo la Fimaa, che l’altro giorno ha presentato i dati delle compravendite, l’acquirente tipo è intimorito dal governo italiano e dalla possibilità di un cambio di guida della Provincia che segua le orme nazionali. «Nonostante la crescita del numero di compravendite - ha spiegato l’altro giorno Severino Rigotti presidente della Fimaa provinciale - i cittadini iniziano temere un ritorno della crisi ed hanno paura ad investire nel “mattone”. Se lo spread dovesse continuare a salire, i valori dei mutui ad interesse variabile (che sono circa il 90% del totale) crescerebbero. Ecco, quindi, che si profila una situazione di grande incertezza per il nostro settore».

IL MANCATO RIFINANZIAMENTO

Per il contributo a fondo perduto sulle compravendite la giunta provinciale per ora non ha provveduto a un rifinanziamento delle risorse, cosa che per ora ha fatto, tramite l’assestamento, per quelle relative invece ai centri storici misura per la quale ci sono in totale 40 milioni di euro.

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