Carige: Malacalza fa causa a Cassa Centrale Banca delle Rurali e chiede 480 milioni di danni

Punta contro l’imponente “trasferimento forzoso di ricchezza” dai vecchi ai nuovi azionisti Carige e contro l’esclusione del diritto di opzione - la possibilità cioè di sottoscrivere un aumento di capitale data agli azionisti esistenti - il risarcimento di 482 milioni chiesto dai Malacalza al Fondo interbancario, a Cassa centrale banca e alla stessa Carige. A giugno 2019 la banca aveva un patrimonio netto di 1,5 miliardi, si sostiene nella causa secondo quanto ricostruito dall’ANSA, mentre nella documentazione per l’assemblea del 20 settembre sulla ricapitalizzazione da 700 milioni quel patrimonio netto era diventato 30 volte inferiore, anche in base alla valutazione di un esperto indipendente mai resa nota. I nuovi soci hanno investito ben 700 milioni in quello che è stato presentato come un salvataggio di sistema di una banca commissariata. Ora l’impugnativa sostiene però che ne hanno acquistato le azioni a un prezzo molto basso e vantaggioso.
Dai Malacalza arriva insomma un nuovo colpo di scena, dopo il mancato via libera nell’assemblea che avrebbe dovuto approvare un nuovo aumento di Carige (dicembre 2018), cui è seguito il commissariamento della banca a inizio 2019. La richiesta di risarcimento non rischia di compromettere la situazione patrimoniale di Carige. Resta salvo l’effetto della delibera di settembre, con la ricapitalizzazione già conclusa (non si chiede neppure una sospensiva). Chiedendo i danni in solido, poi, prevede anche che il risarcimento possa gravare più su chi ha determinato il riassetto: Fitd, Svi e Ccb. I Malacalza, insomma, dopo aver lasciato che l’aumento Carige andasse in porto con l’assenza decisiva all’assemblea di settembre - il rischio era che saltasse l’istituto, con l’incognita di un effetto domino - chiedono ora un risarcimento nientemeno che all’intero sistema bancario italiano. In Carige hanno investito 430 milioni tra acquisto di azioni da Fondazione e Bpce e aumenti di capitale (2015 e 2017), consulenze escluse.
Sull’azione risarcitoria dei Malacalza, notificata ieri al Fitd, si darà ora notizia al consiglio del Fondo già convocato per il 29 gennaio sul bilancio, in vista dell’assemblea che sarà poi il 28 febbraio. Il consorzio delle banche farà poi le dovute valutazioni legali, considerando anche tutto il tempo che c’è da qui a maggio. Oltre all’azione di Malacalza è stata notificata al Fitd anche simile causa da 42 piccoli soci Carige della Voce degli azionisti di Franco Corti.
Oltre all’illegittima esclusione del diritto di opzione (andava spiegata e illustrata), la causa Malacalza afferma che il prezzo sia stato determinato in violazione del principio della parità contabile. L’impugnativa è stata preparata da Giorgio De Nova (Allen & Overy) e la prima udienza è attesa verso il 20 maggio. Malacalza Investimenti fa capo per un 48% ciascuno ai fratelli Davide (tramite Hofima) e Mattia Malacalza e per il 4% al fondatore del gruppo Vittorio Malacalza.

 (Sabina Rosset - ANSA).

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