Provincia, manovra anti-Covid Aiuti a stagionali e imprese in crisi Sindacati critici: "Elemosina"

di Angelo Conte

La giunta provinciale va in soccorso delle migliaia di lavoratori stagionali in difficoltà, degli imprenditori e professionisti costretti a chiudere a causa del Coronavirus e di quelli che si vedono dimezzare il fatturato e hanno costi fissi come l’affitto da pagare.

La nuova manovra economica anti-Covid varata ieri dalla Provincia (ribattezzata #RipartiTrentino) intende mobilitare circa 402 milioni di euro, tra i 150 circa di risorse proprie del bilancio e i 250 milioni di euro aggiuntivi di prestiti a tassi agevolati alle imprese in crisi di liquidità. In totale, ha chiarito il presidente della Provincia Maurizio Fugatti presentandola assieme all’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli, si punta a mobilitare con i 175 milioni di euro di tasse spostate in autunno e i 250 milioni di euro di risorse fatti partire sul protocollo del credito del 25 marzo, circa 825 milioni di euro (500 di prestiti, 175 di tasse congelate, 150 di risorse effettive). Per finanziarla occorrerà capire quanto debito servirà fare, ma soprattutto come risponderà Roma alla richiesta di mantenere nel bilancio provinciale 430 milioni di euro annui per due anni oggi versati come contributo ai conti statali e previsti dal Patto di Garanzia.

Disegno di legge aperto
«Questo disegno di legge – ha spiegato Fugatti - riguarda soprattutto il sostegno degli operatori economici gravemente danneggiati dagli effetti del Coronavirus, il sostegno al reddito dei lavoratori e delle altre persone in condizione di sofferenza, il sostegno alla competitività, all’innovazione e all’internazionalizzazione del sistema economico, la semplificazione dei provvedimenti e la digitalizzazione. È uno strumento aperto ad osservazioni e integrazioni, di buon senso e importanti, che sicuramente arriveranno dal Consiglio provinciale, che sarà chiamato nei prossimi giorni ad esaminarlo».

Cinque milioni agli stagionali
Tra le novità annunciate da Spinelli in questa nuova manovra, («tassello dopo il protocollo per il credito e il #ripresatrentino»), c’è il sostegno ai tanti stagionali, del turismo in particolare, e ai lavoratori discontinui oggi non coperti da ammortizzatori sociali. La giunta ha annunciato di aver impegnato 5 milioni di euro per queste figure che avranno un accesso al sostegno dell’assegno unico provinciale più rapido e con meno vincoli. Viene poi prevista la possibilità per la Provincia di finanziare direttamente il Fondo di solidarietà trentino, per il quale, dopo il no ai 30 milioni di euro nel CuraItalia da parte del governo, Spinelli ha promesso che la Provincia continuerà a battersi per soldi che sono necessari e che Roma «ci deve versare per mantenere in piedi lo strumento in un momento di crisi». Per anticipare la cassa integrazione ai dipendenti, la Provincia mette a disposizione un fondo per Confidi. Sul fronte delle difficoltà economiche delle famiglie, spazio alla proroga del bonus alimentare.

Da autonomi a disoccupati
Per gli imprenditori e i professionisti che cessano la loro attività arriva, attraverso Agenzia del lavoro 600 euro mensili, per una durata tra i 4 e i 6 mesi, poi rifinanziabili se serve o sostituibili con altri interventi. Risorse assegnate in cambio della frequenza dei corsi di formazione di Agenzia del lavoro e collegati ai bandi per la nuova imprenditorialità.

Prestiti raddoppiati e nuove garanzie
La manovra varata dalla giunta e che ora attende il consueto iter in Commissione e poi in Consiglio provinciale prevede di portare da 250 a 500 milioni il plafond coperto dai contributi provinciali per poter dare liquidità con prestiti agevolati. Poi è prevista per i prestiti fino a 25.000 euro la possibilità di ottenere la garanzia del fondo nazionale fino al 100%, con la Provincia che andrà a pagare gli interessi per 24 mesi azzerando il tasso. Sopra i 300.000 euro e fino a 1.250.0000 si apre la possibilità di erogare nuovi mutui, in favore qui delle imprese più grandi.

Fondo perduto fino a 5.000 euro
I contributi a fondo perduto per chi ha perso il 50% del fatturato nel periodo interessato dal Covid (marzo-maggio) andranno a ristorare imprese fino a 9 addetti e che hanno subito gravi danni di fatturato per il Covid. I criteri di accesso saranno definiti dalla giunta provinciale dopo l’ok al ddl. Si tratta di aiuti per 90 milioni di euro che prevedono anche un sostegno all’affitto.

I paletti per l’accesso
L’accesso agli aiuti a fondo perduto saranno concessi solo a chi rispetterà alcuni paletti. Sarà valorizzata la sottoscrizione di Protocolli etici per accedere ai finanziamenti e agli aiuti. In particolare su sicurezza sul lavoro, regolarità nel pagamento dei dipendenti e dei fornitori, mantenimento della forza lavoro, valorizzazione delle filiere locali e sostenibilità ambientale degli interventi. Sul fronte del mantenimento del livello dei lavoratori, sarà ovviamente legato alla fase in cui «si sarà fuori dalla crisi del Covid» spiega Spinelli.


Restano forti le critiche da parte dei sindacati per i quali per famiglie e precari c'è solo una "elemosina". 

“Apprendiamo che la giunta provinciale ha trovato cinque milioni di euro per il sostegno alle famiglie. Cinque milioni per i lavoratori, 140 milioni per
le imprese. Se non avessimo consapevolezza della drammatica situazione in cui siamo ci permetteremmo anche una risata. Oggi purtroppo possiamo solo prendere atto dell’ostinazione con cui l’esecutivo Fugatti continua a non voler comprendere che il Trentino si salva tutto insieme, con uno scatto di responsabilità. Quanto sta accadendo è vergognoso”. Così in una nota i segretari di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, sui contenuti del ddl della Giunta per l’emergenza Covid 19.

“Per le imprese c’è credito agevolato, contributi a fondo perduto, sterilizzazione temporanea degli affitti. Per i precari, i lavoratori stagionali, per i cassintegrati, i disoccupati e le loro famiglie c’è solo l’elemosina. Non è niente di più lo stanziamento per l’attualizzazione dell’Icef. E all’assessore Spinelli che con supponenza ricorda che le famiglie sono fatte da lavoratori, da disoccupati e cassintegrati ci permettiamo di dire che è proprio perché ne siamo consapevoli che non possiamo accettare una manovra che umilia le famiglie trentine e, con la solita logica degli uni contro gli altri, dimostra l’incapacità di questa giunta di avere una visione alta del Trentino in cui la comunità è fatta di tante componenti che remano tutte nella stessa direzione, non di piccoli interessi di parte da accontentare anche nel pieno di una drammatica emergenza qual è quella in cui siamo immersi”, conclude la nota dei segretari.

 

 

 

comments powered by Disqus