Domani riaprono i negozi al dettaglio i mercati e anche i centri commerciali: fra protocolli, termometri e controlli

Oggi la giunta provinciale approverà una nuova delibera che permetterà l’apertura delle attività commerciali in Trentino da domani (venerdì), anche nei centri commerciali. Via libera anche ai mercati pubblici all’aperto su area pubblica o privata. Da lunedì poi sulla base delle interlocuzioni col ministero saranno riaperte tutte le altre attività, come bar, ristoranti, servizi alla persona.

È stato questo l’annuncio di ieri pomeriggio da parte del presidente Fugatti, che però è alle prese con i «Protocolli di sicurezza» nazionali: la giunta trentina ha infatti già approvato dei suoi protocolli, ma come previsto dovrà per forza adattarli per aderire a quelli in vigore in tutta Italia. La corsa della giunta provinciale di Trento ad essere «prima degli altri» porta infatti alcune complicazioni, con ordinanze e delibere che rischiano di non rispettare i parametri nazionali, generando correzioni - come ammette l’assessore Spinelli - e aumentando l’incertezza fra gli operatori che da una parte leggono le dichiarazioni locali, dall’altra sentono le misure nazionali.
Fugatti l’ha spiegata così: «Oggi il ministro Boccia ha detto che domani (giovedì) ci darà le linee guida per tutte le attività; noi su base locale ci abbiamo lavorato, poi l’Inail su indicazione di Roma è uscita dai tavoli locali, ma noi - ha detto Fugatti - consentiamo l’apertura sulla base del nostro protocollo. Non nascondiamo che il protocollo nazionale, ad esempio sulla ristorazione, ci pare eccessivamente rigido. Noi ne avevamo uno e stiamo studiando un altro protocollo nostro con meno rigidità; se da parte di Inail ci fosse più autonomia sui protocolli locali, potremmo rispondere meglio alle categorie. Siamo preoccupati per quel protocollo stringente nazionale».

I negozi alimentari però restano chiusi la domenica: «è un tema che abbiamo scelto fin dall’inizio, li lasciamo ancora chiusi. Ci arrivano tante richieste di dipendenti e persone che vogliono vivere la domenica in maniera normale. Noi su questo siamo sensibili, ma adesso comunque restano chiusi la domenica, poi pro futuro si valuterà».

C’è poi il problema scuole guida. Fugatti deve qui aspettare Roma, ma ieri ha detto: «vogliamo approfondire valutando se dare un’apertura già dal 18, o dal 25».

Intanto sul tema dei Protocolli di sicurezza va avanti il confronto: «Stamattina abbiamo incontrato la Triplice sindacale - ha detto Fugatti testualmente, usando un termine non proprio elegante - dove li abbiamo informati che da venerdì ci sarà l’apertura dei negozi (dopo che lo aveva annunciato su Facebook il giorno prima, ndr). Abbiamo anche comunicato su tante tematiche, confermando che nella legge c’è il bonus sanità per gli operatori sanitari che hanno affrontato l’emergenza Covid; convocheremo il Tavolo per il contratto della sanità, che è scaduto da 4 anni, e abbiamo volontà di chiudere quel capitolo nei prossimi giorni».
Delle riaperture e dei protocolli ha parlato anche l’assessore Spinelli. «Mercoledì il Tavolo sulla sicurezza ha lavorato su parrucchieri ed estetisti; siamo anche noi in attesa per le Linee Guida nazionali. Noi stiamo dettando, insieme alle categorie e ai sindacati, il nostro approccio alla materia. Chiaramente integreremo le regole nazionali. Dal 18 penso che apriremo anche le aziende di servizi alla persona».

Com’è andata con i sindacati? «Mi sembra che il clima dell’incontro sia stato positivo, c’è voglia di collaborare e portare a termine i protocolli. Abbiamo bisogno di condividere perché il momento è importante e dobbiamo dare tranquillità ai nostri imprenditori».

C’è poi un problema spinoso. «Le aziende chiedono test sierologici a tappeto» ha detto Fugatti. Che però ha ribaltato il problema: «Abbiamo parlato con l’Azienda Sanitaria, ma i test che ci sono in giro ora non sono ancora certificati dal ministero: se una azienda vuole acquistarli... lo faccia. Poi quello che potremmo fare è che a fronte di una ipotetica positività di alcuni soggetti, noi come Azienda Sanitaria possiamo intervenire con il tampone per la conferma. Allora si può fare un accordo con l’Associazione industriali: le industrie acquistano e fanno i loro test, noi possiamo prenderci l’impegno per fare i tamponi in un laboratorio certificato solo sui positivi. Possiamo tamponare tutti i dipendenti delle industrie? No... non siamo in grado di farlo a tutti, così come per tutti i cittadini di tutte le comunità i cui sindaci continuano a chiedere di fare i tamponi a tutti i cittadini... è impossibile».

E’ vero che nei negozi come in tutti i posti di lavoro, sarà obbligatorio fare la misurazione della febbre? «E’ un tema che viene affrontato nei Tavoli appositi; è chiaro che un imprenditore non può fare un medico provandola a ogni persona che entra; ok il controllo, ma anche permettendo all’imprenditore di lavorare» ha detto Fugatti.

Per l’assessore al lavoro Spinelli: «Si tratta anche di un problema di normativa della privacy da risolvere. Le richieste sulla salute del dipendente e della sua famiglia, rivestono un carattere di riservatezza. serve grande attenzione».

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