Badanti e braccianti: da oggi via alla sanatoria per 4.300

di Francesco Terreri

Da oggi, lunedì 1° giugno, si possono presentare le domande per la regolarizzazione dei rapporti di lavoro sommersi in agricoltura e nel lavoro domestico e assistenza alla persona. In Trentino, secondo l’Istat, ci sarebbero 1.600 lavoratori agricoli irregolari, di cui meno di 300 extracomunitari, su un totale di 10.700 addetti del settore e 2.700 badanti e lavoratrici domestiche in nero su 9.600 lavoratrici del comparto. In questo caso le badanti extracomunitarie, soprattutto dell’Est Europa, sono la stragrande maggioranza: quasi 2.600. In tutto, quindi, la sanatoria potrebbe interessare 4.300 lavoratrici e lavoratori, sia italiani che stranieri.

I dati sulle badanti sono congruenti con quelli dell’Inps e con la prima stima fatta da noi su 2.000 badanti e colf da regolarizzare ( l’Adige del 16 maggio). In Trentino, dicono i dati Inps, le badanti regolari sono 4.300, le colf poco meno di 1.800, per un totale di oltre 6.000 lavoratori. Per il 95% sono donne e per tre quarti straniere, percentuale che sale all’82% tra le sole badanti, con in testa l’Est Europa tra i Paesi di provenienza. La domanda è in crescita soprattutto per l’aumento della popolazione anziana.

A livello nazionale, sempre secondo l’Istat, ci sarebbero 219mila lavoratori irregolari in agricoltura, di cui 40mila stranieri extracomunitari, su oltre 900mila e 920mila lavoratori domestici sommersi, di cui 445mila extracomunitari, su 1 milione 578mila addetti del settore. La stima sulle possibili regolarizzazioni fatta nel decreto Rilancio, basata sull’esperienza delle sanatorie precedenti, parla di 220mila adesioni previste. La platea potenziale tuttavia è, come si è visto, molto più ampia.

In base al decreto Rilancio, non è previsto un click day: la domanda di regolarizzazione può essere presentata da domani al 15 luglio. Il provvedimento ha previsto la possibilità per il datore di lavoro italiano o straniero (titolare di permesso di soggiorno Ue di lungo periodo) di sottoscrivere un nuovo rapporto di lavoro subordinato o di dichiararne uno irregolarmente instaurato con cittadini italiani o stranieri presenti sul territorio nazionale prima dell’8 marzo 2020. Si sana la situazione pagando 500 euro per la pratica di emersione più un forfait da definire per i contributi pregressi.

Gli stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019 possono chiedere un permesso di soggiorno della durata di sei mesi. Due differenti procedure regolano la presentazione delle domande agli uffici del ministero dell’Interno e all’Inps in base ai soggetti interessati.
I settori coinvolti sono, appunto, agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse da un lato, assistenza alla persona per sé stessi o per componenti della propria famiglia, anche non conviventi, affetti da patologie o handicap che ne limitino l’autosufficienza e lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare dall’altro.

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