La super-banca del seme con i tori trentini fa volare i conti della Federazione allevatori

Si è tenuta nei giorni scorsi l’assemblea della Federazione Provinciale Allevatori. Una data inconsueta per un appuntamento che, solitamente, è calendarizzato ai primi di maggio. Lo slittamento di un paio di mesi non ha impedito agli allevatori trentini di partecipare a un appuntamento significativo che offre una duplice occasione. Infatti da una parte è occasione di incontro per esaminare e approvare i numeri del bilancio e, dall’altra, è occasione di confronto con i vertici della Federazione, il presidente Mauro Fezzi e il direttore Massimo Gentili.
Novità anche per la location dell’assemblea. La sala riunioni ha lasciato il posto all’area coperta che, solitamente, viene dedicata alle aste per far rispettare le distanze di sicurezza imposte dall’emergenza Coronavirus.

L’assemblea dei soci ha approvato all’unanimità il bilancio 2019.

Il valore della produzione è stato di poco inferiore ai 12 milioni di euro: per l’esattezza 11 milioni 972 mila euro con un incremento del 5,27% nel confronto con lo stesso dato dell’esercizio precedente. Il patrimonio netto della Federazione Provinciale Allevatori è di 7 milioni 660 mila euro e testimonia la solidità della cooperativa.

“Gli allevatori soci della Federazione – spiega il direttore Massimo Gentili - sono 1128: 726 aziende sono impegnate nell’allevamento di 19.891 capi bovini, 104 aziende allevano 2.492 ovicaprini, 346 aziende allevano 634 capi in selezione di cavalli Haflinger e Noriker”.

“L’allevamento di bovini – è stato osservato – rappresenta oltre il 70% delle aziende trentine e del 90% dei capi che qui vengono allevati”.

Le produzioni medie per i bovini latte sono sostanzialmente in linea con quelle dell’anno precedente. “Una nota di rilievo – viene precisato – appartiene al livello elevato del contenuto il proteine, pari 3.44%, sinonimo di latte ottimo per formaggi di alta qualità”.

Intenso il lavoro di formazione e assistenza messo in campo e concretizzato durante il 2019 sulla tematica benessere animale: durante l’anno sono state sottoposte a verifica, da veterinari esterni e con metodo CReNBA (metodo di riferimento italiano), un campione di 90 aziende. Il risultato medio è stato molto buono.

Attività commerciale

Complessivamente sono stati movimentati 11.689 capi. Stabile il numero di capi raccolti dai soci (vitelli e vacche fine carriera). Dall’autunno il mercato ha segnato una flessione marcata. In questi ultimi mesi si è assistito a un recupero anche se non privo di difficoltà.

In aumento “i capi macellati nell’ambito della filiera della carne trentina – viene detto - grazie all’accordo commerciale di fornitura della Scottona con una catena di supermercati che opera in provincia di Trento”.

All’insegna della stabilità l’andamento della macelleria, nonostante i problemi di viabilità causati dall’apertura del cantiere per la realizzazione della rotatoria sulla tangenziale della città capoluogo.

“La filiera della carne trentina – viene aggiunto - consente di valorizzare i vitelli delle piccole stalle da latte trentine con benefici generali per il territorio”.

Centro Fecondazione Artificiale

“Superbrown”, vale a dire il programma specializzato nella selezione dei riproduttori di razza Bruna e realizzato con la collaborazione della Federazione Allevatori Razza Bruna di Bolzano, si è confermato tra i migliori a livello globale.

Per comprenderlo basta un dato: 150mila dosi di materiale seminale prodotte nella quotidianità della loro azione dai tori riproduttori al Centro Alpenseme a Toss di Ton ed esportate in 20 Paesi del mondo.
Complessivamente, sono state più di 470 mila le dosi di materiale seminale prodotto principalmente delle razze autoctone dell’arco alpino (Bruna, Rendena e Grigio Alpina) ma anche della Pezzata Rossa e altre razze da carne.

La relazione del presidente Mauro Fezzi

“La strana situazione che ha caratterizzato il primo semestre del 2020 – ha osservato il presidente - segue un’annata 2019 piuttosto positiva per il settore zootecnico e lattiero-caseario con prezzi del latte in leggero miglioramento che facevano ben sperare in un andamento positivo anche per l’anno in corso. Infatti anche per la produzione dei foraggi l’annata 2019 è risultata positiva con l’eccezione di qualche vallata che ha sofferto la siccità nella seconda metà dell’estate. Anche la produzione di latte è stata sostenuta e ha continuato nel suo incremento proseguendo una tendenza già rilevata nel 2018”.
In questo quadro è entrata prepotentemente l’emergenza Covid che ha stravolto non solo il lavoro degli allevatori ma ha interessato in maniera rilevante anche il mercato dei prodotti zootecnici e lattiero-caseari.

La stagione turistica invernale non era ancora chiusa ma d’improvviso il mercato legato alla presenza degli ospiti e i consumi delle strutture di quel settore sono venuti meno. “Per alcune cooperative, che dalla vendita diretta traevano fatturati rilevanti, le cose si sono evolute negativamente – ha aggiunto Fezzi - E’ ben vero che, la grande distribuzione, ha dato una mano incrementando i consumi di prodotti locali, anche se, per alcuni di essi (latte fresco e burro) il mercato è divenuto pesante. Un ruolo importante hanno assunto i prodotti stagionati ed in particolare il Trentingrana, che hanno consentito di dirottare quote maggiori di latte verso questa produzione anche se non sarà facile l’anno prossimo valorizzare in termini di prezzo prodotti divenuti eccedentari sul mercato nazionale, soprattutto a causa delle forti restrizioni alle esportazioni”.

Il presidente Fezzi ha dedicato un passaggio della sua relazione all’utile dell’esercizio consegnato agli archivi. “Chiude con un utile straordinario di 804mila 972euro – ha osservato - per gran parte dovuto ad alcune poste di carattere straordinario non ripetibili: le plusvalenze patrimoniali da cessioni degli immobili di Campo Lomaso e di malga Pràbon in Val di Peio, e il dividendo del Consorzio Superbrown.

Si è continuato a lavorare sulla tematica del benessere animale collaborando con i Servizi Veterinari e le altre istituzioni (Fondazione Edmund Mach, Trentingrana), partecipando alla revisione del manuale di corretta prassi igienica e promuovendo la valutazione CrenBA presso un cospicuo numero di allevamenti associati. Questa attività sarà ripetuta anche nell’anno in corso”.

Rapporti con la Provincia Autonoma di Trento

“Sono improntati a una forte collaborazione e di questo ringrazio la Giunta e, in particolare, l’assessore Giulia Zanotelli - ha spiegato - In questi ultimi giorni è ritornato alla ribalta il problema dei grandi carnivori e voglio ricordare le gravi difficoltà create nel 2019 dall’orso M49, dannoso soprattutto in valle del Chiese ed emblema della difficile convivenza degli allevatori con lupi ed orsi. Il periodo di incertezza legata all’emergenza sanitaria ha evidenziato una maggiore attenzione del consumatore ai prodotti del territorio, considerati di migliore qualità e salubrità. L’auspicio è che questo atteggiamento si mantenga nel tempo, spostando la competizione sugli aspetti qualitativi anziché sul prezzo”.

Sul versante commerciale “l’esperienza del punto vendita della Federazione Allevatori di via delle Bettine nel periodo di lockdown ha visto una forte contrazione del fatturato nei mesi di marzo e aprile e un sorprendente recupero nel mese di maggio, migliore di quello degli ultimi anni. E responsabilmente abbiamo deciso di proseguire, compatibilmente con le restrizioni sanitarie, con la gestione dell’Agritur a malga Juribello”.

All’assemblea è intervenuta l’assessore provinciale all’agricoltura, In merito alla tematica della presenza dell’orso e del lupo, l’assessore Zanotelli ha assicurato sull’impegno della Pat per tutelare le persone in primo luogo e anche il comparto agricolo che subisce i danni della loro presenza.

Infine, rispondendo alla domanda di un socio, l’assessore Zanotelli ha difeso la scelta di ridurre il cda della Fondazione Fem, affidando la rappresentanza del mondo cooperativo esclusivamente ai sindacati agricoli. Una scelta, come noto, contestata dal mondo cooperativo.

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