Vanda Margoni del bar Adria lascia il banco: una vita in servizio, ora i cinesi

di Daniele Benfanti

Carattere esuberante ed estroverso, sorriso inattaccabile, il piglio di chi dietro il bancone sta più che a proprio agio, rossetto rosso marcato e chioma fulva, occhi solari. Vanda è un’istituzione. Da trent’anni è un punto di riferimento per centinaia di clienti che – chi per la colazione, chi prima di andare al lavoro, chi semplicemente per fare quattro chiacchiere sulla via del centro storico – passano dal Bar Caffè Adria in Largo Nazario Sauro, sull’angolo che porta in via Petrarca a Trento.

Vanda Margoni, originaria di Ranzo, ha nel sangue il contatto con il pubblico: «Ho lavorato tanti anni nel bar e ristorante dell’ex hotel di piazza Mostra – ricorda – e dal 1990 sono qua. Il 31 agosto sarà il mio ultimo giorno di lavoro. A dire la verità – prosegue – potevo andare in pensione già nel 2015. Ma, affezionata ai clienti, ho continuato per questi altri 5 anni. Il Coronavirus? Certamente ha portato a un calo di clienti, ma avevo deciso già lo scorso inverno che questo sarebbe stato l’ultimo anno».  

I clienti, naturalmente, sanno che senza la loro Vanda non sarà la stessa cosa: «Ho ceduto a una coppia di cinesi. Leo e Nuvola. Gestiscono già il ristorante Chinatown al Tridente. Sono stati i più decisi e li affiancherò per il mese di settembre, al mattino, per far conoscere loro la mia clientela. Poi mi dedicherò alla mia passione per il ballo e nel 2021, se si potrà, una bella crociera».

Gli avventori abituali, fermandosi qualche minuto nel bar, non si contano: Vanda, di tutti, conosce il nome e un po’ di vita. «Devo dire che sia uomini che donne, nonostante i trentini siano notoriamente un po’ orsi, qui si aprono. Ti raccontano delle questioni sentimentali, dei problemi di lavoro, si parla di attualità, ti fanno confidenze e… perché no, anche pettegolezzi. Ho notato una cosa, però, che in questi 30 anni è cambiata: anche i trentini sono diventati più permalosi. Sarà stata l’influenza dei social, dai quali io non a caso mi tengo lontana. Mi piace la relazione diretta, le chiacchiere vis à vis». Pienamente ricambiata. 

Dario «Beat», musicista per passione, pensionato comunale, è un habituée del bar: «Dico “il solito” e Vanda mi prepara una spuma e il mio panino preferito».

Alberto viene qui tutti i giorni da Ravina: «Vanda è nata cameriera. Gentilezza e capacità di ascoltare. Io la chiamo “miss simpatia”». Inutile dire che un’altra radicata abitudine dei trentini è la lettura del quotidiano al bar (con relativi commenti delle notizie): «Pensate – racconta Vanda – che nei mesi in cui si doveva rinunciare ai giornali nei bar per motivi sanitari, io ho appeso le pagine dell’Adige, aperte, in verticale sulle pareti del bar, per non togliere quel servizio ai clienti».

E sul fronte delle consumazioni, come sono cambiate le abitudini in questi trent’anni? «Direi che si è passati a bere meno ma meglio. Prosecco e Müller i best-seller. Si guarda molto la qualità dei prodotti, della pasticceria, dei panini, che faccio freschi al momento. Prima del lockdown c’è stato un boom di pasti veloci a pranzo. Ora, invece, sono ancora tanti i lavoratori dei vicini uffici che sono in smart-working».

Vanda è stata per questi trent’anni una stakanovista del lavoro: apertura alle 6 del mattino e chiusura alle 21: all’ora di pranzo aiutata dal marito, poi uno stacco dalle 15 alle 18 e di nuovo sulle sue spalle il turno serale. La nuova proprietà estenderà le aperture: anche al sabato dopo le 16, le domeniche e i festivi. Insomma, 365 giorni l’anno, come avviene per molte attività gestite da imprenditori asiatici.

comments powered by Disqus