Per la grappa del Trentino dopo il Covid, occorre innovare dice il presidente Pilzer

Sistema grappa in preallarme Covid in Trentino per la nuova stagione produttiva. A manifestare preoccupazione è il neo presidente dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino Bruno Pilzer che stima al momento una campagna leggermente più contenuta, ma non esclude un recupero che possa portare a un processo produttivo «normale» sulla base dell’andamento della vendemmia e salvo stop dovuti a coronavirus.

Nel particolare Pilzer - dice all’ANSA - che con l’inizio del suo mandato cercherà «un confronto e una riflessione sulle future esigenze in una logica di equilibri aziendali» e aggiunge che «grazie anche all’Istituto Mach di San Michele all’Adige, è stato raggiunto un buon livello di qualità di grappa che si può migliorare».

Sottolinea però che è «necessario innovare senza distruggere e affiancare alla qualità produttiva una qualità di racconto».

Il presidente afferma inoltre di rendersi «conto che la grappa sta soffrendo di più di quello che ci si può aspettare ed è necessario migliorare la conoscenza, offrendo la possibilità di entrare in distilleria garantendo tutte le regole di sicurezza del momento potendo contare su un cambio generazionale che può favorire, viste le specializzazioni, una qualità di racconto».

Infine conclude che il «turismo è andato bene nei mesi di luglio e agosto con la riscoperta di tanti italiani, ma non nasconde preoccupazione per l’immediato futuro legato a una nuova ondata del coronavirus. Speriamo che non blocchi l’attività produttiva».

Attualmente ogni anno in Trentino vengono prodotti circa 7.500 ettanidri di grappa (il 10% del totale nazionale in bottiglie da 70 cl) ovvero circa 2,5 milioni di bottiglie equivalenti, distillando a 130 mila quintali di vinaccia.

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