Negozi e ristoranti, settembre in rosso Consumi a -5,9 per cento a Trento e la nuova "stretta" preoccupa

Consumi a -5,9 per cento in città

di Angelo Conte

Consumi ancora in caduta a Trento e in regione a causa del Covid. Secondo l'osservatorio Confimprese-EY, infatti, a settembre la ristorazione, i negozi di abbigliamento e del non food hanno fatto segnare un calo del giro d'affari pesante rispetto a dodici mesi prima. La regione fa segnare un meno 14,4% dei tre settori considerati e si piazza al settimo posto tra le regioni italiane. La città va meglio, anche se con performance che in altri tempi sarebbero da dimenticare. Ristoranti e negozi di abbigliamento e non food a settembre hanno fatto segnare un calo del 5,9% del fatturato. Pur essendo sotto zero, la performance del capoluogo è la seconda migliore tra le città italiane.

Una magra consolazione, spiega il presidente di Confcommercio del Trentino, Gianni Bort, anche perché «segnali di svolta economica, in particolare dal governo nazionale, non si vedono assolutamente». Bort sottolinea come la situazione non sia delle migliori, visto anche il fatto che i Mercatini di Natale non si faranno. Anche il provvedimento nazionale sulla restituzione di una quota dei pagamenti elettronici effettuati nei negozi, il cosiddetto cashback, non scalda Bort. «Con i consumi non ci azzecca nulla, ma se fanno quello che dicono e tagliano i costi per chi incassa per noi va benissimo e poi è indifferente il modo di pagamento. La cosa più bella sarebbe stata dire: "care banche visto che avete sostegni ovunque togliete il balzello e la commissione". Per noi non è un problema, anzi meno contante hai, meno problemi di rapine o altro. Ma non credo che il cashback sposterà molto. Purtroppo il governo nazionale dà piccoli segnali, ma sono segnali che non danno una svolta all'economia. Se vogliamo fare operazioni spot di immagine facciamoli. Ai negozianti dico però che dobbiamo affidarci maggiormente al commercio on line e anche i negozi devono darsi questa strumentazione» conclude Bort.

Il presidente di Confesercenti del Trentino, Renato Villotti, è chiaro: «Con l'bolizione dei mercatini e con le restrizioni, giuste o meno non mi soffermo nel giudicare, occorre andare cauti, la situazione si fa pesante. Se pensavamo a un trend di fine anno col Natale degli anni passati, questo non avverrà. Ci sono prospettive non entusiasmanti, per non usare altri termini allarmanti». Per Villotti «sarà molto difficile una ripresa dei consumi come gli anni passati. Rispetto a giugno c'è stata una ripresa tangibile e discreta, era incoraggiante, però adesso secondo me dobbiamo riflettere molto sulle prospettive che ci aspettano in questo fine anno» per Villotti. 

Tornando ai dati dell'osservatorio di Confimprese, a settembre è l'Emilia-Romagna la regione con i peggiori andamenti -18,4%, seguita a breve distanza da Lazio e Umbria -17,7%, Sardegna -17,2% e Friuli-Venezia Giulia -17%. Il Trentino chiude a -14,4% (settima in Italia), peggio della Lombardia (-13,8%), la Liguria (-12,7%), il Piemonte (-10,3%). Tre le regioni in positivo: Molise, Basilicata e Calabria.

Tra le città, è sempre Firenze la peggiore città con -35,1% nel mese di settembre. Continua invariato il primato negativo della città medicea, che è stabile nel ranking da 8 mesi con una flessione sul progressivo anno del -42,3%. Seguono Milano -29,2%, Bologna -26,7%, Venezia -26,3%, Roma -20,7%. Male anche Parma -19,5%, Genova -19,3%, Udine -16,8%, Napoli -11,5%, Torino -12,6%. Si salvano, anche se con il segno meno, Palermo -8% e Trento -5,9% . Un risultato, quest'ultimo, che riflette il migliore andamento, seppure sempre negativo, della Sicilia (-8,5%) rispetto alle altre regioni.

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