Nuovo ospedale da 800 posti nel progetto della Pizzarotti con la trentina Cristoforetti Ma sull'appalto continua la battaglia legale

di Francesco Terreri

La Commissione di gara ha deciso l'aggiudicazione dell'appalto del Not, il Nuovo ospedale trentino, alla cordata tra l'emiliana Pizzarotti e la trentina Cristoforetti. Il raggruppamento di imprese vince con un'offerta complessiva, tra costruzione e gestione, di 1 miliardo 576 milioni di euro, che diventano 1,7 miliardi con la quota a carico dell'impresa.

L'ospedale targato Pizzarotti-Cristoforetti si estende su 120mila metri quadri, prevede due grandi corpi, da una parte le degenze, dall'altra ambulatori e pronto soccorso, conterà 674 posti letto che possono diventare 800, vedrà un cantiere edile di 400 lavoratori in cui almeno la metà dei 250 milioni di lavori, più di 100 milioni, andrà a ditte trentine.
«Siamo pronti a far partire il cantiere in tempi rapidi - afferma l'amministratore delegato di Pizzarotti Italia Corrado Bianchi - Abbiamo la nostra squadra di progettisti, lo Studio Altieri di Thiene, il fondo che finanzia l'opera, il francese Meridiam, dove l'amministratore che ci segue è Marco Rosso , di origine trentina, che non vede l'ora di lavorare per la sua terra d'origine». Meridiam è un fondo istituzionale specializzato in infrastrutture da 8 miliardi di attività gestite.

«Il fondo in una prima fase finanzia il 40%, il resto lo mettono i soci - prosegue Bianchi - Poi salirà in quota maggioritaria. Costituiremo una società di scopo trentina. Nella parte di costruzione, arriveremo a regime ad un cantiere da 350-400 persone. Alle imprese trentine potrebbe andare il 50% dei lavori, più di 100 milioni di euro. Ma l'indotto complessivo dei lavori, se consideriamo alberghi, ristoranti, servizi, potrebbe arrivare anche a tre-quatto volte il valore dell'opera». I tempi di realizzazione sono previsti in 902 giorni, quasi tre anni.
Un cantiere da 250 milioni con 400 operai e tecnici al lavoro sarebbe oro di questi tempi.

Ma tutto questo è ancora appeso alla controversia legale che si trascina, per un verso o per l'altro, da otto anni. Perché con l'aggiudicazione provvisoria di ieri la Provincia non ha fatto altro che eseguire la sentenza del Tar pubblicata lo scorso 30 ottobre che ha accolto il ricorso di Pizzarotti e annullato la delibera di agosto che aggiudicava la gara alla Guerrato di Rovigo. E la Guerrato ha già annunciato il ricorso al Consiglio di Stato.

«Abbiamo fatto ricorso sull'aggiudicazione alla Guerrato perché alcuni presupposti di natura amministrativa e finanziaria della loro offerta, in primo luogo la solidità e i requisiti di capitale, non ci sembravano adeguati. Il Tar ci ha dato ragione» spiega Carlo Salomoni , responsabile area tecnica di Pizzarotti.

Guerrato tuttavia, nei giorni scorsi, ha sottolineato che con la sua offerta la Provincia risparmia. «Il motivo è che noi abbiamo rispettato le indicazioni della Provincia e proponiamo una struttura da 120mila metri quadri - sottolinea Bianchi - Loro invece ne propongono una da 25mila metri quadri in meno. Rispetto alla prima gara del 2011, il nostro progetto è di un ospedale orizzontale, più che verticale, con due corpi, uno per le degenze e uno per ambulatori, diagnosi, pronto soccorso. In mezzo un corridoio verde. Inoltre, sono previste soluzioni modulari per aggiungere, se necessario, ulteriori 100 posti letto».

Tra qualche anno, quando il Not sarà pronto (se tutto va bene), l'attuale pandemia dovrebbe essere finita. «Ma una struttura a due corpi come quella che proponiamo, dove le degenze sono separate dal pronto soccorso, sarebbe più compatibile con una crisi Covid - sostiene Giorgio Gatti , presidente e amministratore delegato della Cristoforetti Servizi Energia - In ogni caso abbiamo previsto il servizio di sanificazione dei locali».

La trentina Cristoforetti si occuperà di gestione dei servizi tecnici nei 25 anni di concessione del Nuovo ospedale. «Il nostro core business è l'efficientamento energetico - dice Gatti - Porteremo nell'ospedale nuove soluzioni basate sulla telegestione e la domotica. Prevediamo un importante abbattimento delle emissioni di anidride carbonica e di polveri sottili».

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