Impianti di risalita, controproposta delle Regioni «Skipass solo a chi pernotta nei centri turistici»

Per le festività, impianti aperti esclusivamente agli ospiti degli alberghi, anche con un solo pernottamento, e a proprietari o inquilini di seconde case.

Questa la proposta degli assessori delle regioni alpine - Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli - Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta - per permettere l’avvio della stagione sciistica già a dicembre.

La richiesta arriva dopo la scelta di Svizzera e Austria: la prima ha già dato il via alla stagione, la seconda è in procinto di aprire malgrado gli appelli Ue per una politica concordata di chiusure o limitazioni natalizie. Appelli caduti finora nel vuoto a Vienna, ma ora in Austria si alzano voci contrarie all'apertura natalizia, come quella del presidente del Consorzio dei comuni tirolesi. che invita a maggiore cautela spiegando che i numeri della pandemia al momento non consentono di aprire.

In Francia il governo ha già annunciato che gli impianti resteranno chiusi fino a gennaio e questo sarebbe anche l’orientamento tedesco.

Le aperture in Svizzera e in Austria sono un richiamo anche per la clientela italiana.

Perciò, in Italia si tenta di ipotizzare un compromesso, con vacanze di Natale sugli sci solo per chi sta almeno una notte nelle strutture ricettive delle diverse destinazioni o per chi possiede o affitta una seconda casa nelle zone sciistiche.

«Concedere lo skipass a chi ha pernottato in una struttura ricettiva e a chi possiede o prende in affitto una seconda casa consente di controllare al meglio l’afflusso all’impianto sciistico. Il pendolarismo può infatti essere un problema in certe giornate», affermano gli assessori di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Veneto e Friuli Venezia Giulia, che hanno sottoscritto la proposta.

«La soluzione che proponiamo al governo Conte permette di avviare la stagione invernale con gradualità, in questo modo si potranno applicare i protocolli di sicurezza che abbiamo approvato lunedì scorso e metterli alla prova», proseguono. «Il governo ci ascolti, consenta l’apertura degli impianti di risalita con questo criterio e permetta la mobilità regionale».

Quest’ultimo punto è infatti ritenuto un requisito necessario per far partire la stagione: «Se la si intende vietare per evitare feste e momenti di aggregazione, si consenta perlomeno la mobilità tra regioni per chi ha prenotato in una struttura ricettiva almeno una notte».

«La nostra proposta  - rimarcano gli assessori regionali - non è legata agli aspetti ludici dello sci e dello svago ma, al contrario, deriva da un’attenzione particolare al mondo del lavoro e all’occupazione che l’industria dello sci genera sui nostri territori montani. Trovare un compromesso è d’obbligo, ne va della sopravvivenza della montagna, dei suoi lavoratori e del suo indotto di 20 miliardi».

Frattanto, uno studiodi Jfc, che ogni anno pubblica l’Osservatorio Skipass Panorama Turism, indica che la pandemia rischia di far perdere al turismo montano invernale il 70,2% del fatturato che nelle ultime stagioni era arrivato a superare i 10 miliardi di euro.

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