«Stop a tasse e sfratti, servono ristori del 40%»

Un ristoro del 40% per i fatturati di gennaio-marzo 2021, stop agli sfratti e alle tasse, patto con le banche, riduzione dei costi del lavoro per contenere i licenziamenti, Iva da tagliare, rivedere l'accesso al settore. Sono cinque i pilastri sui quali l'Associazione ristoratori del Trentino chiede che venga costruita una strategia concreta di rilancio del settore della ristorazione. Il settore che ha pagato più di tutti in questo 2020 il prezzo delle chiusure e delle altre misure restrittive.

«Uno dei settori che si è scelto di sacrificare in nome della salute pubblica senza tuttavia prevedere un sistema adeguato di sostegni per evitare conseguenze pesantissime» spiega l'Associazione per bocca del suo presidente Marco Fontantari. «Questa ulteriore chiusura del periodo natalizio – commenta il presidente Marco Fontanari – è il colpo di grazia di un anno disastroso per le nostre aziende. Un anno che si chiuderà con cali attorno al 60% del fatturato, con picchi come quello di dicembre in cui arriveremo ad un 70/80%. Il giorno di Natale sarà praticamente un -100%. Ci aspettiamo che il 2021 segni un cambio di rotta soprattutto dal punto di vista economico. Fin da subito, da gennaio, si devono mettere in campo provvedimenti per il settore, per evitare che il malumore già presente anche tra i nostri associati cresca fino a non essere più sopportabile né gestibile». 

Ecco le richieste a governo nazionale e provinciale formulate dalla giunta dei Ristoratori di Confcommercio. Ristori: Va previsto uno stanziamento che garantisca almeno un ristoro pari al 30/40% delle perdite del periodo marzo-gennaio 2021.
Riduzione dei costi operativi: molti imprenditori non sono in grado di sostenere i costi degli affitti, che sono balzati mediamente dal 10% al 30% come incidenza sul fatturato. Chieste misure ad hoc per poterli ridefinire in maniera strutturale oltre al blocco degli sfratti per tutto il 2021. 

Cancellazione, differimenti oneri fiscali: chiesta una dilazione ad almeno 10 anni delle scadenze fiscali indifferibili ed una cancellazione per le imposte come Imis – Tari – Tosap direttamente collegate alla gestione delle attività. Decontribuzione oneri sociali: Va incentivato un "patto occupazionale" per favorire il mantenimento delle competenze all'interno del settore limitando l'espulsione delle lavoratrici e dei lavoratori grazie a un taglio del costo degli oneri sociali per i lavoratori della ristorazione. Generazione liquidità: chiesto un patto con il sistema bancario per la liquidità delle imprese, subito. Va spalmato il debito contratto nel 2020 in un arco temporale lungo, di almeno 10/15 anni Vanno inoltre previste ulteriori moratorie anche nel corso del 2021. Rimodulazione Iva: ridurre l'Iva sulla ristorazione al fine di sostenere la domanda. Riordino del settore: si chiede di rivedere i criteri di accesso al settore della ristorazione.

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